Emilia Pérez: il successo del musical di Jacques Audiard

Emilia Perez

Mai, nella storia del cinema, un film non in lingua inglese aveva ricevuto ben 13 nomination agli Oscar. Questo traguardo è stato raggiunto da Emilia Pérez, musical francese diretto da Jacques Audiard. Ma perché questo film è così bello?

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Trama

Rita Mora Castro (Zoe Saldana) è un’avvocatessa di Città del Messico, insoddisfatta della sua vita. Un giorno viene contattata da Manitas Del Monte (Karla Sofía Gascón), spietato boss del cartello, che le offre un lavoro ben pagato ma estremamente riservato. Manitas vuole abbandonare la vecchia vita e rifarsi una nuova identità come donna, sottoponendosi a un’operazione di cambio di sesso. Anni dopo, Emilia Pérez – la nuova identità di Manitas – avrà nuovamente bisogno dell’aiuto di Rita.

Emilia Perez

Regia e sceneggiatura

Dietro la macchina da presa troviamo Jacques Audiard, regista francese e figlio d’arte dello sceneggiatore Michel Audiard. Jacques è noto per pellicole come Sulle mie labbra (compra qui), Tutti i battiti del mio cuore, Il profeta, Dheepan – Una nuova vita, Parigi, 13Arr..

Audiard ha dichiarato che l’idea per il film gli è venuta leggendo il romanzo Écoute di Boris Razon, in cui appare un narcotrafficante che desidera diventare donna. Sebbene il personaggio nel libro sia solo accennato, Audiard ha deciso di costruire un film attorno a questa figura.

Emilia Perez

Cast

Premiato al Festival di Cannes con il Prix d’interprétation féminine, il cast – tutto al femminile – è composto da quattro attrici di spicco:

  • Karla Sofía Gascón: attrice spagnola transgender al suo primo ruolo da protagonista. Interpreta sia Emilia Pérez sia, grazie a un forte trucco prostetico, Manitas prima dell’operazione;
  • Zoe Saldana: conosciuta per i ruoli in Avatar (Neytiri), Guardiani della Galassia (Gamora) e Star Trek (Uhura), qui si cimenta in un ruolo senza effetti speciali che valorizza il suo talento;
  • Selena Gomez: l’ex stella Disney, interpreta Jessica, la moglie/vedova di Manitas;
  • Adriana Paz: attrice messicana (Uno dovrà morire, Il movente), interpreta Epifanía, il grande amore di Emilia.
Emilia Perez - Epifania

Musiche

Essendo un musical, la componente musicale è cruciale. La colonna sonora – meravigliosa – è di Clément Ducol, con brani scritti dalla cantautrice francese Camille, sua compagna di vita.

Non aspettatevi un musical classico come Wicked, Grease o Mamma Mia!: qui le canzoni sono spesso parlate, sussurrate, persino disturbanti. Sono divisive, grottesche, rabbiose e in perfetta sintonia con lo stato emotivo dei personaggi.

Alcuni brani non sono nemmeno vere e proprie canzoni, ma intonazioni di linee di sceneggiatura che amplificano il pathos, come in Por Casualidad, dove poche strofe trasmettono il terrore di Rita.

Le mie preferite sono:

  • El Mal, sull’ipocrisia di una società corrotta
  • Papá, struggente e commovente
  • Mi camino, sul ritrovare la propria strada
  • Las Damas que Pasan, versione spagnola di Les Passantes di Georges Brassens
zoe-saldana

Commento

Sono andato a vedere questo film senza alcuna aspettativa. Ho avuto la fortuna di guardarlo in lingua originale, quindi il mio giudizio si basa sull’interpretazione di Karla Sofía Gascón e non sulla versione doppiata da Vladimir Luxuria.

Il film affronta temi importanti, in particolare:

  • L’identità sessuale: il percorso di Manitas da uomo a donna per poter essere finalmente sé stesso. La trasformazione di Emilia non è immediata: richiede tempo e sofferenza. Questo rende il suo viaggio umano e realistico.
  • La redenzione: il bene fatto come attivista, può cancellare tutto il male perpetrato nei decenni da criminale? Il percorso da criminale ad attivista non è immediato. Manitas trascorre anni affrontando il senso di colpa prima di iniziare una nuova vita, rendendo il cambiamento credibile e toccante.
  • I desaparecidos messicani: il film accende un faro su una tragedia spesso dimenticata. Secondo l’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU, su oltre 100 mila persone scomparse in Messico, solo in 36 episodi si è arrivati ad una condanna. Audiard denuncia corruzione e impunità, dando voce a chi combatte per la giustizia.
Emilia Perez

Molti hanno criticato il film vedendo in questa “redenzione” di Emilia l’ennesima forzatura woke dove un criminale diventa una “santa” grazie al cambio di sesso. La realtà è molto diversa. Manitas è un criminale spietato. Per tutta la vita ha tenuto sepolta dentro di sé la sua vera identità, ma ormai non ce la fa più e le strade di fronte a lui sono due: togliersi la vita o rifarsi una nuova vita ed essere per la prima volta sé stesso. Questa scelta comporta, però, un prezzo che dovrà pagare non solo lui, ma anche Jessica e i suoi figli, inconsapevoli della decisione del padre.

Per quanto riguarda il tema della redenzione, non è mai del tutto evidente. Noi ritroviamo Emilia dopo quattro anni e non ci viene mai raccontata la sua vita in quel lasso di tempo. La decisione di diventare una filantropa e dedicare il resto della sua vita ad aiutare le famiglie di persone vittime di un sistema di cui lui faceva parte attiva è davvero frutto di un sincero pentimento? O è solo un modo per ripulirsi la coscienza e soddisfare il proprio ego?

Il film non lo chiarisce mai del tutto. Quello che però è chiaro è che qui di sante non ce ne sono: non lo è Emilia (basta una minaccia al suo nuovo status quo per risvegliare vecchie abitudini), non lo è Rita (che accetta il “patto col Diavolo” per soldi), non lo è Jessica (che ha sempre saputo la provenienza sporca dei soldi che spendeva).

Selena Gomez

La fotografia, il trucco e la regia sono straordinari. Non mi sorprende il numero di nomination agli Oscar, anche se alcune, come quella a Karla Sofía Gascón come miglior attrice protagonista, sembrano un po’ generose: Nicole Kidman (Babygirl) e Zendaya (Challengers) avrebbero forse meritato di più. Invece, la candidatura di Zoe Saldana è assolutamente meritata: il suo ruolo fuori dagli schemi è interpretato in modo eccezionale.

Conclusione

Emilia Pérez è un film che emoziona, fa riflettere e offre uno spettacolo visivo e musicale fuori dal comune. Jacques Audiard ha creato un musical unico, capace di affrontare temi complessi con sensibilità e coraggio. Un film che si ama o si odia, ma sicuramente non può lasciare indifferenti!

Published By: Marco Frassinelli

Nonostante il suo lavoro di tutti i giorni sia legato alla telefonia e all'energia (www.grupporestart.it), Marco Frassinelli si occupa da anni di arte, cultura e intrattenimento, sia come blogger che come organizzatore di eventi. Ha collaborato all'organizzazione di decine di manifestazioni: Albissola Comics, Asylum Fantastic Fest, Video Festival Città di Imperia, Festival di Folklore e Cultura Horror AutunnoNero, Mostriamo il Cinema, Albenga Dreams, Fiera del Libro di Imperia... È direttore di Proxima no-profit, vice presidente del Cineforum Imperia e membro del consiglio direttivo di Ludo Ergo Sum - Tana dei Goblin Imperia e Comics & Art. Ha lavorato come blogger per Blogosfere (PianetaFumetto) e ha pubblicato su diverse riviste (L'Eco della Riviera, Tenebre", Fumo di China, Dylandogofili). Ha curato per Proxima l'editing dei libri "Sina. Je m'en fiche!" e "Io alla finestra della vita" ed è co-autore dei libri "Gibba e 'Lele' Luzzati" sul cinema d'animazione e "Sei nel West, Amigo!" sul cinema spaghetti western. È autore di articoli pubblicati su "Novissimo Zibaldino del Festival” (Mellophonium) e "L'arte del doppiaggio” (Felici Editori) e di fotografie pubblicate sul fotolibro “Gallieno Ferri – Photobook” (Forum ZTN). Ama viaggiare (è coordinatore Avventure nel mondo) e creare fotolibri dei suoi viaggi. Nel 2013 crea il sito ilblogger.it dove scrive principalmente di cinema e fumetti.