Bruce Campbell: intervista all’Ash Williams della saga “Evil Dead”

Durante lo scorso Festival di Sitges uno dei vincitori del Time Machine Award è stato Bruce Campbell. L’attore americano non si è limitato, però, a ricevere il premio e basta: ha “animato” l’intera manifestazione con una conferenze stampa che sembra più un “one man show” che un incontro per i giornalisti, rilasciando interviste, incontrando i fan in apposite sessioni di autografi (da lui stesso organizzate), tenendo una masterclass e, infine, presentandosi alla proiezione di Bubba Ho-Tep – Il re è qui in compagnia del regista Don Coscarelli.

Bruce Campbell è noto principalmente per la sua interpretazione di Ash Williams in La casa, La casa 2 e L’armata delle tenebre e recentemente è tornato a vestire i panni, o meglio la motosega, del nostro eroe preferito della serie TV Ash vs Evil Dead.

Oltre ad Evil Dead, Bruce Campbell ha recitato in decine e decine di film, sia come protagonista (è Elvis in Bubba Ho-Tep – Il re è qui e è addirittura sé stesso in My name is Bruce) che come spassoso cameo (la trilogia Spider-Man di Sam Raimi, Fuga da Los Angeles di John Carpenter e in diversi film dei Fratelli Coen). Moltissime sono, inoltre, le serie televisive da lui interpretate: da Burn Notice – Duro a morire dove ha interpretato Sam Axe per bel 111 episodi in 7 stagioni a Jack of All Trades, da Le avventure di Brisco County Jr. a Hercules e Xena – Principessa guerriera.

Qui sotto la lunghissima intervista realizzata in collaborazione con Laura Da Prato durante le varie giornate del Festival. In fondo alla pagina i video della conferenza stampa e dell’intervista.

Prima La casa, ora Ash Vs Evil Dead. È difficile allontanarsi da questo genere o cambiare registro rispetto a questo tipo di horror?

I miei fan mi stereotipano molto più dell’industria cinematografica perché i fan guardano solo quello che vogliono guardare. Ho interpretato un cowboy, il re dei ladri, ho recitato in un film francese: nell’industria non sono ridotto a un solo ruolo, ma vengo stereotipato dai fan perché Ash è quello che vogliono vedere. Non la smetteranno mai di dire: “La casa blabla blabla” [parole di Bruce, NdR]. I film di Spider-Man incassano miliardi e loro: “Quando un nuovo capito de “La casa”?”. Abbiamo fatto Burn Notice in TV per 7 anni… no: “Ash, blabla blabla…”. Quindi, come si dice dalle mie parti: Don’t fight city hall [non si lotta contro il Comune, NdR], non si cambia il proprio ruolo. Bisogna dare alla gente ciò che vuole. Non mi volete liberare, allora vi darò ancora più Ash. Per 5 anni! [si riferisce alla nuova serie televisiva Ash vs. Evil Dead, NdR].

Ti piacerebbe interpretare un ruolo completamente differente da quelli che i tuoi fan si aspettano?

Diciamo che io parto avvantaggiato: Tom Cruise non avrebbe potuto fare Bubba Ho-Tep… cioè: chiunque potrebbe fare Elvis, ma non credo che il suo agente glielo avrebbe fatto fare. Gli avrebbero detto: Tom, dove è la tua faccia? Dov’è Tom? I suoi fan vogliono vedere Tom Cruise! È un bravo attore, ma Tom Cruise può essere solo Tom Cruise. Io posso coprire il mio volto e non importa a nessuno!

Essere così carismatico ha influenzato la tua vita professionale? O è il personaggio di Ash che ti ha ispirato nella vita reale?

È come chiedere se è nato prima l’uovo o la gallina: in ogni ruolo c’ è un po’ di te, come potrei sfuggire a questa cosa?

C’è stato un momento in cui hai capito che volevi diventare un attore e lavorare in questo settore?

Sì, ci è stato un momento preciso: avevo 8 anni e mio padre recitava in un’opera teatrale chiamata Brigadoon e ballava e cantava con donne che non erano mia madre, il che mi sembrava strano, ma interessante. E mi ricordo che capì che c’era un lato di mio padre che non avevo mai visto e pensai: “questo è piuttosto interessante”. Crescendo sono entrato a far parte di questa compagnia locale, recitando in opere dirette da mio padre.

Parlando di Sam Raimi: ha dichiarato che la sua missione in vita era torturare Bruce Campbell… e l’ha fatto.

Quando eravamo ragazzi io e Sam Raimi recitavamo per i bar mitzvah; lui era un mago e io il suo assistente, il mio nome era Hang Low [letteralmente “penzolare”, ma nello slang il termine si riferisce al pene e all’atto sessuale: giocare con parole volutamente ambigue deve essere il suo passatempo preferito, NdR]: Sam mi colpiva con un bastone e i bambini si divertivano, così si convinse che poteva usarmi per intrattenere il pubblico. Questo accadeva 37 anni fa e ancora oggi funziona così.

In Ash Vs Evil Dead vediamo la stessa macchina (un Delta 88, soprannominata “The Classic”) che avevi ne La Casa. Puoi spiegarci come Sam Rami abbia potuto tenere e mostrare questo oggetto negli anni?

In tutti i film di Sam Raimi troviamo la stessa macchina, anche in Pronti a morire [The Quick and the Dead, 1995, NdR] che è un western. Dov’ è la Classic? Sharon Stone sale su quella macchina ed è sempre la stessa macchina de La casa: fu smontata e utilizzata per costruire il telaio del carro. Anche ne Il grande e potente Oz hanno utilizzato pezzi della Classic e li hanno appesi alle pareti. Qualcosa di meraviglioso è accaduto sul sedile posteriore di quella macchina quando Sam era giovane. Ed è la stessa macchina che usiamo oggi: è stata riassemblata e portata in Nuova Zelanda, dove stiamo girando. Distruggerò quella macchina con le mie stesse mani, questa ossessione di Sam Raimi non è normale!

Parlaci dell’evoluzione della censura nel genere. Oggi la TV è molto più permissiva del cinema per quanto riguarda la censura della violenza.

Originariamente La casa fu censurato in 6 paesi, solo un mese fa la Germania ha rimosso il divieto ai minori. Per 37 anni sono stati vietati ai minori, stiamo scherzando? L’horror finalmente è uscito alla luce del sole (out of the shadows, ndr). Prima stava al livello della pornografia o molto vicino nella percezione delle persone di cosa fosse. Ora, grazie a The Walking Dead o prodotti simili, l’horror è solo uno dei tanti generi. Ed è una forma di intrattenimento molto popolare. Noi abbiamo trovato dei partner che ci lasciano fare quello che vogliamo o quello che abbiamo bisogno di fare, Starz e AMC. I primi 2 film de La casa sono Not Rated (non sottoposti al visto censura), ai fan non piace avere restrizioni sul materiale filmico. Ci serviva un partner che ci permettesse tutto questo, quindi Ash Vs Evil dead è fondamentalmente Not rated, è uno show TV non censurato e siamo molto felici di presentarlo così, non perché vogliamo per forza essere eccessivi ma perché ci permette di esserlo SE lo vogliamo essere.

Come sono cambiate TV e Cinema negli ultimi anni rispetto al genere?

Una volta la TV era pessima, oggi è il luogo ideale per gli attori. Ci sono attori che non avresti mai visto in TV 10 anni fa. Io mi chiedo: perché avete aspettato finora? Faccio TV da 25 anni, non c’è niente di male. Tutto è cambiato nell’horror, non è più evil (ndr), non bisogna più vergognarsi del genere horror. Prima, un attore di cinema horror non poteva avere una carriera seria, era emarginato, ma oggi il genere è diventato mainstream. Se 14 milioni di persone guardano la tua serie TV, non è una serie cult, è mainstream. Sono grato a programmi come The Walking Dead, hanno cambiato la percezione della gente. E per quanto riguarda il cinema si stanno esplorando nuove direzioni: ad esempio i found footage o i surveillance movies, come Paranormal activity, non si concentrano più sul sangue ma su immagini spaventose, sulla percezione della paura. Mi piacciono molto questi film che esplorano nuovi modi di spaventare le persone.

Rispetto a trent’anni fa c’ è una grande differenza anche nella realizzazione dei mostri e degli effetti speciali sia sul piccolo che sul grande schermo.

Oggi tutto ruota attorno al digitale. Ma il digitale non è la storia, può solo aiutarti a raccontare la TUA storia. Ad esempio, mi piace molto l’uso del digitale in Forrest Gump: perché il digitale è usato per farti vedere che l’attore è senza una gamba o per far volare una piuma e farla cadere precisamente dove dovrebbe. Non vedi che è finto. Ecco come dovrebbe essere. Quello che noi facciamo con il digitale è rendere il sangue più reale: spesso non basta il getto ma dobbiamo aumentare l’utilizzo di tubi e pompe meccaniche, facendoli scomparire, senza dover usare il sangue digitale in post-produzione. Il digitale è solo uno strumento.

Ricordiamo le difficoltà nel girare La casa 2. Ci sono stati lavori in cui hai sofferto maggiormente?

Perché solo ne La casa 2? Tutti i film di Evil Dead erano orribili. Anche la serie ha cose terribili: perché sono invecchiato e le punizioni di Sam sono peggiori. Nell’ultimo episodio andato in onda negli Stati Uniti Ash combatte contro un colon posseduto e deve uscire letteralmente da un sedere di un cadavere… non ho mai fatto niente di peggio nella mia vita!

In Ash Vs Evil Dead vedremo Lucy Lawless, con cui hai lavorato nella serie Xena. Puoi parlarci di lei e del tuo personaggio Autolico?

Lucy Lawless è una persona meravigliosa. Quando abbiamo iniziato la serie sapevamo di avere bisogno di lei: è una donna che spacca. C’è una buona chimica tra di noi. Lei ha sempre voluto fare l’amore con il mio personaggio, ma io l’ho sempre rifiutata, non so perché.

Parlaci della tua esperienza da produttore e da regista: hai dichiarato che stare dietro la macchina da presa è meglio che stare davanti e recitare.

C’è una frase che recita “rotazione del personale”: come se lavorando in una fabbrica ogni settimana cambiassi attività per essere sempre aggiornato e interessato a quello che fai. È lo stesso per me, mi piace fare un po’ di tutto. Fare sempre le stesse cose è noioso. Come produttore hai il controllo sul lavoro,  quando sei attore non ce l’hai affatto. Ed è meglio averlo, il controllo.

Hai progetti dietro la macchina da presa, per il futuro?

Voglio fare alcuni film da regista, ho un paio di sceneggiature nel cassetto, ma adesso il mio lavoro quotidiano è Ash Vs Evil Dead, occupa la maggior parte del mio tempo quindi ora voglio concentrarmi su quello e non farmi distrarre da altro.  È uno show molto impegnativo: quando non giriamo andiamo a promuoverlo. Ne riparliamo tra 3 anni. Inoltre, non c’è una maniera “organica” con la quale nascono i progetti. A volte ci vuole molto tempo a trovare i fondi, altre volte ce ne vuole poco. Lavorando in televisione può capitare di “scomparire” per molto tempo: per Burn Notice ho girato in Florida per ben sette anni.

Si è molto parlato di un possibile Bubba Ho-Tep 2, cosa puoi dirci?

Oggi tutti vogliono i sequel. Io penso che Bubba Ho Tep sia un film speciale, è un piccolo e buon film su due vecchi che combattono una mummia. A volte ti capita una perla rara e cerchi di riprodurla, ma puoi fallire. Secondo me la sceneggiatura è la cosa più importante: se la sceneggiatura non funziona, non funzionerà nemmeno il film. Lo script è come il progetto in miniatura del tuo palazzo: per ora non abbiamo nessun  progetto, se un giorno ci sarà una sceneggiatura che piace a tutti lo faremo. Mai dire mai. Ash vs. Evil Dead ci insegna che i miracoli possono accadere. Per l’originale avevo una bellissima sensazione, il regista Don Coscarelli è stato un ottimo partner e uno straordinario regista. Vorrei, però, che Joe Lansdale tornasse al progetto. È grazie a lui se il film è speciale. Se non lo scrive Joe non c’è niente di speciale. Chiamatelo!

Tu sei riconosciuto come uno dei più importanti simboli di un Cinema che unisce lo humour all’orrore.

Non mi piace fare film tristi, il mondo stesso è già troppo triste. Noi non dobbiamo mostrare il “mondo reale”. Il Cinema dovrebbe avere lo scopo di elevare questo mondo, per questo serve un po’ di humour. Molte persone non apprezzano l’horror, ma apprezzano l’umorismo. Ad altri piace l’horror e magari gradiscono anche le commedie. Dobbiamo strizzare l’occhio allo spettatore e dire: non preoccuparti, va tutto bene.

Come è cambiato il rapporto con i fan dopo la diffusione dei social media?

I social media sono un “dolore nel culo” [letteralmente “pain in the ass”, NdR]! Sono davvero invadenti, io li uso solo per lavoro. Non dico alla cosa ho mangiato a colazione o quando vado in bagno. Non sono fatti loro. Sono grato a Twitter perché ha solo 140 caratteri, mentre su Facebook tu puoi scrivere “bla bla bla bla”. Possono essere utili, possono unire se persone. Spesso però sono usati come strumenti di odio. Tra l’altro a volte le persone si nascondono in rete dietro l’anonimato e quando sono anonime possono essere davvero meschine. Siate almeno coraggiosi, usate il vostro nome. I selfie sembrano “merda” [scrap, NdR]. Molti selfie sono davvero delle pessime fotografie. Voglio scattarmeli da solo i selfie. Le persone caricano online le foto e tu non sai neanche che te le hanno scattate. Le informazioni corrono veloci. Posso essere a Los Angeles a ritirare il bagaglio all’aeroporto e trovarmi circondato da persone che mi chiedono autografi. Chi ha detto loro che ero lì? Come è successo? Semplice, grazie ai social media. Qualcuno avrà scritto al cellulare “Ho visto Bruce Campbell sul mio aereo da New York a Los Angeles”. Lee Majors, che interpreta mio padre in Ash vs. Evil Dead, appena sceso dall’aereo ha trovato la gente al gate. Come hanno fatto a superare i controlli??

Per un attore, quale è la maggiore differenza tra lavorare in un film o in una serie televisiva?

La serie televisiva è più veloce. Devi essere molto più efficiente. La lavorazione dei film è più lenta e molto più noiosa. Sono più adatto alla televisione: appena sono pronto si gira. È tutto più rapido.

Cosa ci puoi raccontare della tua esperienza in Burn Notice – Duro a morire?

È stato divertente lavorare in Burn Notice perché non era il solito telefilm di poliziotti, di medici o di avvocati. Si parlava di vita e di morte, di giusto e sbagliato. È stata una bella esperienza anche perché non ero la star dello show. Ero come il sale e il pepe, non ero “la pietanza”. La mia era una bella posizione perché non avevo la responsabilità di reggere il peso dello show sulle spalle e potevo fare quello di cui ero capace, senza difficoltà [“easy breezy”, NdR].

Eri già stato al Festival di Sitges circa vent’anni fa. Cosa ne pensi di questo festival?

Spero di continuare a tornare a Sitges… ogni vent’anni! [ride, NdR]. Mi spiace non essere tornato prima, ma non sono mai riuscito per varie ragioni, sono successe altre cose. Sitges è un posto fantastico e sono tornato altre due volte per quello che rappresenta, per il suo permettere ai filmmaker di mostrare forme alternative di intrattenimento. Non come il Sundance che è pieno di persone con la puzza sotto il naso. Il Sundance è una stronzata, è Hollywood. È un Hollywood Film Festival: le persone vanno lì per vendere i loro film al miglior offerente, non per mostrarli al mondo. Qui è molto più vero: “Guarda il mio film! Dimmi cosa pensi del mio film!”. Forse, proprio grazie a questo e alle recensioni ricevute, i registi ottengono contratti o nuovi lavori, ma non vengono qui solo per questo. Gli altri festival ruotano tutti intorno al commercio, ai soldi. Rispetto all’ultima volta che sono venuto qui, Sitges è cresciuto: è più grande e ancora più bello. È sempre coerente con i propri valori: sci-fi, fantasy, horror. È un festival molto “fan-friendly”. A molti festival non frega un cazzo delle persone che vanno a vedere i film. A loro interessa fare affari. Hollywood si svuota per andare al Sundance, ogni agente è là che annusa il terreno… è imbarazzante.

Secondo lei sarebbe ancora possibile recuperare in pochi amici 350.000 $ per realizzare un film per conto proprio, come accadde per La casa?

Oggi? Certo! Nel 1979, quando cercavamo i soldi l’economia americana era una merda. Nessuno voleva investire. Non ci sono buoni o cattivi momenti. Abbiamo dovuto creare una società per potere avere una “entità” con la quale contattare i possibili investitori e fare un contratto. Siamo dovuti diventare dei veri businessman. Tutti pensano che il primo Evil Dead sia stato realizzato da ragazzi immaturi che andavano al college. Non è vero. Non avevamo esperienza, ma è stato fatto tutto con precisione, con avvocati ecc.. In caso di successo non ci sarebbe stata confusione, sapevamo perfettamente chi aveva preso parte al film, a chi sarebbero andati i soldi, era tutto contrattualizzato. All’epoca dovevo andare ad affittare la cinepresa e ci fecero un’assicurazione. Era molto costosa, ma era lo stesso da fare. E dovevamo riconsegnare il tutto secondo i tempi stabiliti altrimenti avremmo avuto delle penali. E lo stesso con l’attrezzatura per il montaggio e per il lavoro del laboratorio. Giravamo , dovevamo montare, sviluppare. Niente era facile. A quei tempi non potevamo essere pigri o svogliati. Se negli anni ’70 volevi fare un film ed eri pigro… non ce l’avresti mai fatta. Ora puoi andare nel negozio di elettronica più vicino e comprare una videocamera HD, puoi usare un software per il montaggio, un software la musica, puoi usare After effects e farti da solo i titoli e tutte le grafiche. Puoi comprare tutto quello che ti serve con 5.000 $. E una volta fatto il film, lo puoi mettere su una memoria USB e andare nel cinema più vicino e proiettarlo. Ormai ogni cinema proietta digitalmente. Ti bassa una “pennetta”, non serve più una pila gigante di “pizze”. Quindi oggi i filmaker non hanno scuse per non realizzare un film low budget. E costerebbe molto meno di quei 350.000 $ dato che oggi non servono più i laboratori, è tutto digitale. Basta un tavolo, una camera e uno stativo. Non ti servono neanche più le luci: oggi le videocamere sono molto più sensibili, è per di più in HD. Puoi avere un’ottima qualità spendendo quasi niente. Quindi è molto più facile fare un film oggi. Certo, devi avere le idee. Se non hai una idea, puoi anche essere Steven Spielberg che non potrai fare un buon film.

Per quanto riguarda Ash vs Evil Dead, il progetto prevede cinque stagioni. Sai già la trama completa della serie?

No, tutto è stato adattato. Sam Raimi ha dovuto fare dei cambiamenti, pensarci su. Prima di tutto dobbiamo capire cosa è lo show. Quali saranno gli altri personaggio oltre a Ash. E cosa fare con questi personaggi, perché inserirli, cosa dovranno fare. Cercheranno di salvare il mondo? Come? Nel frattempo bisogna chiedersi cosa vogliono le forse malevole che si sono risvegliate. Come possono aver successo. Sta diventando un mondo molto grande ed è questo il bello della televisione. Puoi espandere l’universo narrativo e raccontare una storia per anni.

Cosa ne pensi del remake de La casa diretto da Fede Alvarez e uscito nel 2013?

Avendolo prodotto, l’ho trovato davvero buono: ha incassato 94 milioni di dollari quindi non mi interessa molto quello che dice la gente. Molti non lo hanno apprezzato perché lo hanno trovato troppo serio. Ma c’erano persone che non avevano mai visto La casa e vedendo il film erano terrorizzati. È un film molto spaventoso, rappapricciante e dark. È come lo voleva il regista Fede Alvarez e noi lo abbiamo supportato. Neanche il nostro primo Evil Dead voleva essere divertente, ma lo fu. Perché era semplice, era una produzione low budget.

Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere la carriera attoriale?

Di non dare retta a nessuno. Su niente. Se vuoi diventare un attore… sii un attore. Ma non devi essere pigro. Se fossi pigro, saresti un attore disoccupato. Ci sono molte opportunità di lavoro oggi. Ci sono migliaia di canali televisivi! Quando ero piccolo c’erano tre soli canali, oggi ce ne sono migliaia: le opportunità ci sono. Quindi, “alzate il vostro culo pigro”!

Marco FrassinelliLaura Da Prato

Conferenza stampa

Intervista

Published By: Marco Frassinelli

Nonostante il suo lavoro di tutti i giorni sia legato alla telefonia e all'energia (www.grupporestart.it), Marco Frassinelli si occupa da anni di arte, cultura e intrattenimento, sia come blogger che come organizzatore di eventi. Ha collaborato all'organizzazione di decine di manifestazioni: Albissola Comics, Asylum Fantastic Fest, Video Festival Città di Imperia, Festival di Folklore e Cultura Horror AutunnoNero, Mostriamo il Cinema, Albenga Dreams, Fiera del Libro di Imperia... È direttore di Proxima no-profit, vice presidente del Cineforum Imperia e membro del consiglio direttivo di Ludo Ergo Sum - Tana dei Goblin Imperia e Comics & Art. Ha lavorato come blogger per Blogosfere (PianetaFumetto) e ha pubblicato su diverse riviste (L'Eco della Riviera, Tenebre", Fumo di China, Dylandogofili). Ha curato per Proxima l'editing dei libri "Sina. Je m'en fiche!" e "Io alla finestra della vita" ed è co-autore dei libri "Gibba e 'Lele' Luzzati" sul cinema d'animazione e "Sei nel West, Amigo!" sul cinema spaghetti western. È autore di articoli pubblicati su "Novissimo Zibaldino del Festival” (Mellophonium) e "L'arte del doppiaggio” (Felici Editori) e di fotografie pubblicate sul fotolibro “Gallieno Ferri – Photobook” (Forum ZTN). Ama viaggiare (è coordinatore Avventure nel mondo) e creare fotolibri dei suoi viaggi. Nel 2013 crea il sito ilblogger.it dove scrive principalmente di cinema e fumetti.

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