Tombstone: la recensione

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L’epoca del selvaggio West, Tombstone era una delle città più violente degli Stati Uniti ed è passata alla storia per la celebre sparatoria all’O.K. Corral. E proprio di questo parla il film Tombstone.

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Tombstone venne fondata nel 1879 quando fu scoperta una vena d’argento nelle vicinanze e nel giro di un anno gli abitanti erano già saliti a 2.000. È qui che arrivarono in cerca di fortuna i fratelli Earp trovando, però, l’ostilità della banda di fuorilegge noti come i Cowboys.

La pellicola del regista greco George Pan Cosmatos (Cobra, Rambo 2 – La vendetta, Leviathan, Cassandra Crossing) racconta, in maniera piuttosto fedele, vicende dei fratelli Earp e Doc Holliday nel loro periodo di permanenza a Tombstone.

Straordinario il cast: protagonisti Kurt Russell (Wyatt Earp) e Val Kilmer (Doc Holliday), affiancati da Sam Elliott (Virgil Earp) e Bill Paxton (Morgan Earp). Sul fronte dei cattivi troviamo invece Powers Boothe (Curly Bill Brocious), Stephen Lang (Ike Clanton), Michael Biehn (Johnny Ringo) e Thomas Haden Church (Billy Clanton).

Da segnalare anche Dana Delany (Josephine Marcus), Charlton Heston (Henry Hooker), Jason Priestley (Billy Breckinridge), Terry O’Quinn (Sindaco John Clum), Billy Bob Thornton (Johnny Tyler). Robert Mitchum è la voce narrante nella versione originale (Ferruccio Amendola nella versione italiana).

Il cast è senza dubbio uno dei punti di forza di questo film che resta uno dei pochi western davvero degni di nota negli anni ’90.

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Al contrario dei precedenti Sfida infernale di John Ford e Sfida all’O.K. Corral (1957) di John Sturges, in Tombstone la sparatoria dell’O.K. Corral non è l’epilogo bensì un punto di partenza.

Con i suoi personaggi sopra le righe e le sparatorie truculente, Tombstone raccoglie l’eredita dei western all’italiana di Sergio Leone e Enzo Castellari più che del western classico a stelle e strisce.

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Altro punto di forza della pellicola è il suo risultare autentica da tutti i punti di vista: costumi, props, edifici… Sono stato a Tombstone pochi mesi fa (questo mi ha spinto a recuperare il film) e la Tombstone del film rispecchia in tutto e per tutto quella reale.

Chiudo con una curiosità: tutti baffi che si vedono nel film… sono veri!

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Published By: Marco Frassinelli

Nonostante il suo lavoro di tutti i giorni sia legato alla telefonia e all'energia (www.grupporestart.it), Marco Frassinelli si occupa da anni di arte, cultura e intrattenimento, sia come blogger che come organizzatore di eventi. Ha collaborato all'organizzazione di decine di manifestazioni: Albissola Comics, Asylum Fantastic Fest, Video Festival Città di Imperia, Festival di Folklore e Cultura Horror AutunnoNero, Mostriamo il Cinema, Albenga Dreams, Fiera del Libro di Imperia... È direttore di Proxima no-profit, vice presidente del Cineforum Imperia e membro del consiglio direttivo di Ludo Ergo Sum - Tana dei Goblin Imperia e Comics & Art. Ha lavorato come blogger per Blogosfere (PianetaFumetto) e ha pubblicato su diverse riviste (L'Eco della Riviera, Tenebre", Fumo di China, Dylandogofili). Ha curato per Proxima l'editing dei libri "Sina. Je m'en fiche!" e "Io alla finestra della vita" ed è co-autore dei libri "Gibba e 'Lele' Luzzati" sul cinema d'animazione e "Sei nel West, Amigo!" sul cinema spaghetti western. È autore di articoli pubblicati su "Novissimo Zibaldino del Festival” (Mellophonium) e "L'arte del doppiaggio” (Felici Editori) e di fotografie pubblicate sul fotolibro “Gallieno Ferri – Photobook” (Forum ZTN). Ama viaggiare (è coordinatore Avventure nel mondo) e creare fotolibri dei suoi viaggi. Nel 2013 crea il sito ilblogger.it dove scrive principalmente di cinema e fumetti.

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