
Dopo aver pubblicato la mia personale classifica della serata dei duetti e delle cover, ecco come sarebbe stata la mia classifica finale del Festival di Sanremo 2025.
- Giorgia – La cura per me: Nonostante l’evidente debito verso Lucio Dalla, per bellezza della canzone e dell’interpretazione avrebbe dovuto vincere lei. Sempre prima nelle radio e nella sala stampa, penalizzata solo dal televoto. La canzone più cantata nei giorni successivi al Festival: è già un classico.
- Brunori Sas – L’albero delle noci: da papà di una figlia femmina non potevo che commuovermi di fronte a questa canzone. Testo molto bello, podio meritatissimo. Uno dei migliori senza se e senza ma.
- Lucio Corsi – Volevo essere un duro: Arriva al festival da outsider. Cantautore vecchia scuola, quelli che arrivano dalla gavetta e dal Tenco, non dai talent. Convince tutti con eleganza, presenta il miglior duetto/cover e si prende un secondo posto su cui nessuno avrebbe scommesso. Vincitore morale del Festival di Sanremo 2025.


- Simone Cristicchi – Quando sarai piccola: Musicalmente niente di speciale e vocalmente ricorda forse un po’ troppo Pianeti di Ultimo. Ma il tema è forte e il testo bellissimo, ha commosso tutta l’Italia come Signor tenente di Giorgio Faletti anni fa. Un testo indimenticabile, ma è inspiegabile come abbia vinto il premio per il miglior componimento musicale!
- Willie Peyote – Grazie ma no grazie: Testo molto carino, una delle mie preferite. “C’è chi dice non si può più dire niente, poi invece parla sempre, almeno sii coerente…“: da imparare a memoria verso per verso.
- Fedez – Battito: C’è chi ci vede un attacco alla moglie, ma invece è una splendida canzone sulla depressione. Bella e sentita, uno dei suoi migliori pezzi sanremesi di sempre.
- Joan Thiele – Eco: La base è Bang Bang (My Baby Shot me down) di Kill Bill, ma è una delle canzoni più sorprendenti e sottovalutate del festival. In un mare di brani simili, lei presenta qualcosa di diverso che fonde insieme sonorità di Mina, Nada e Nina Zilli. Coraggiosa e personale.
- Achille Lauro – Incoscienti giovani: Non amo Achille Lauro, ma questa canzone mi ha fatto ricredere.
- Shablo con Guè, Joshua e Tormento – La mia parola: Bel brano e bella featuring tra ottimi rapper vecchia. Sound classico e internazionale.
- Olly – Balorda nostalgia: La canzone è valida, classico brano sanremese. Lui ci mette tanto impegno e il risultato è più che piacevo: ma non credo che fosse la migliore di quest’anno.


- Rose Villain – Fuorilegge: l’avevo già apprezzata con Click Boom! e in Fuorilegge conferma il suo marchio di fabbrica di alternare stili diversi della stessa canzone. Bella oltre ogni limite, fa fare un sussulto ai maschietti con ogni suo graffio e ghigno. Tecnica e personalità: bravissima.
- Francesco Gabbani – Viva la vita: Ha personalità, canta benissimo e il pezzo è allegro e positivo. Sempre bravo.
- Serena Brancale – Anema e core: Bella e brava. Energia contagiosa e tantissimo stile. Ha studiato musica e si vede: professionista.
- Elodie – Dimenticarsi alle 7: Lei è bellissima e bravissima e su questo non ci piove. La canzone non è spettacolare, ma mi ha colpito la sua capacità di interpretarla più che di cantarla. Sincera.
- Sarah Toscano – Amarcord: Molta personalità per la sua giovane età. La canzone sembra scritta per Annalisa e in mano sua sarebbe probabilmente arrivata in top 5.
- Rkomi – Il ritmo delle cose: ottimo ritmo e bella interpretazione. Bravo
- Coma_Cose – Cuoricini: Questa Felicità degli anni ’20 vince a mani basse il Premio “tormentone”. assegnato a mani basse. Meme istantaneo.
- Rocco Hunt – Mille vote ancora: Testo bello, ma il dialetto napoletano lo rende meno accessibile.


- The Kolors – Tu con chi fai l’amore: Stash è bravo e le loro canzoni diventano tormentoni, ma manca un po’ originalità rispetto alle precedenti.
- Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore: Canzone di altri tempi cantata da un grande di altri tempi. Non sarà un classico come Perdere l’amore o Rose rosse, ma emoziona.
- Francesca Michielin – Fango in paradiso: Canzone carina e buona interpretazione.
- Noemi – Se t’innamori muori: Brava e convincente. Uno dei suoi migliori pezzi sanremesi.
- Bresh – La tana del granchio: Uno degli artisti che ho scoperto con questo festival. Non male.
- Irama – Lentamente: Classica canzone d’amore, niente di originale, ma lui è sempre bravo.
- Marcella Bella – Pelle diamante: Non meritava l’ultima posizione. Bel ritornello e cantata con grinta. Mi piacerebbe risentirla un giorno cantata da Loredana Bertè.
- Clara – Febbre: La canzone non resta impressa, ma il suo abito della prima serata sì. Tolta la presenza scenica di Clara, resta il ritornello e poco altro.
- Modà – Non ti dimentico: Sono bravi, ma ormai sembra che presentino sempre la stessa canzone da anni.
- Gaia – Chiamo io chiami tu: Canzone abbastanza banale e ripetitiva.
- Tony Effe – Damme ‘na mano: Se la gioca con Lunita Kessisoglu per la peggiore esibizione del festival. Inferiore anche al playback di Somebody to love del cast di Follemente. Imbarazzante.


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