Il 19 febbraio è morto il fumettista e vignettista Franco Origone. Sì, lo so, sono già passati alcuni giorni. Ormai è una notizia “vecchia”, perché parlarne ancora? Ci ho messo un po’ a decidermi a scrivere un pezzo sull’argomento. Per me infatti i fratelli Origone non sono stati “solamente” tra i miei fumettisti preferiti, ma sono stati probabilmente i primi artefici del mio amore per i fumetti. Credo infatti che sia stato un loro volume di Nilus il primo fumetto che ho letto, o comunque il primo fumetto che non fosse Topolino.
Lo trovai ancora piccolino nella cantina con le “cose” di più padre. Un volume datato 1979 intitolato Tutti gli uomini del faraone. Saranno stati i primi anni ’90 o giù di lì. Non so quante e quante volte rilessi quel volume. Mi piaceva tantissimo, non sapevo dove trovarne altri – non sapevo che ne esistessero altri – e così continuavo e continuavo a rileggerlo. Ne sapevo le battute a memoria.
Poi piano piano ho iniziato a scoprire che esistevano altre strisce. A leggere il Quino di Mafalda, lo Schulz dei Peanuts, il Watterson di Calvin & Hobbes. E pian piano scoprii anche che Origone in realtà erano due fratelli, che erano liguri come me e che avevano fatto molte altre strisce oltre quelle contenute in quel libro e cominciò così una caccia a tutti i loro volumi che riuscissi a trovare.
Nilus, il Faraone, il serioso Neb, Clo, la vanitosa Titi, il perfezionista Bekenbausen, il mitico Ugo, Papirio, il figlio del Faraone, Kobra, gli schiavi, il medico, lo psicanalista e anche Mommy… sono tutti personaggi che porterò sempre nel cuore.
Verso il 2007 iniziammo una corrispondenza via e-mail e per il compleanno mi fece un bellissimo regalo, uno sketch con il Faraone che mi fa gli auguri. Il disegno a cui sono probabilmente più legato tra tutti quelli ricevuti. Lo incontri di persona finalmente nel 2007 a Bordighera in occasione di Vino e Vignette. Mi autografò quel per me importantissimo volume e rise quando gli dissi che lo mettevo tra i miei preferiti di sempre, al livello di mostri sacri come Schulz o Quino. Ci rincontrammo una seconda e ultima volta alla Lucca Comics dello stesso anno. Tutto nell’arco di pochi mesi e poi così come lo conobbi, non lo incontrai più.
Però non dimenticherò mai quei brevi momenti. Capisco che possa sembrare stupido, ma incontrare l’autore del tuo fumetto preferito di quando eri piccolo è un po’ come incontrare Babbo Natale.
Oggi il momento non potrà più leggere nuove sue storie di Nilus e company o le sue divertenti vignette per il Secolo XIX. Però tutto quello che ha costruito nella sua lunga carriera resta e spero che continuerà ad essere letto anche in futuro. Un pensiero di solidarietà alla famiglia e in particolare ad Agostino Origone, che in una volta perde il fratello e il suo partner lavorativo di tutta una vita.