Heavy Bone – il serial killer di rockstar è a mio avviso uno dei personaggi fumettistici dell’underground italiano meglio riusciti in assoluto. Nato dalla fantasia del disegnatore tarantino Enzo Rizzi, Heavy Bone altri non è che uno zombie metallaro con una grande passione: uccidere le rock star. Esatto, proprio così. C’è proprio Heavy Bone dietro la morte di Jim Morrison, Jimi Hendrix, John Lennon e tutte le altre leggende della musica rock morte prematuramente.
Heavy Bone lo potete trovare in una serie di quattro albi per Inksteria e due bei volumi della NPE (Heavy Bone: La Storia del Metal, Heavy Bone: Diabulus in Musica) oltre a numerose illustrazioni pubblicate un po’ ovunque.
Oggi vi parlo dell’ultimo pubblicato in ordine di tempo, se non mi è sfuggito qualcosa, ovvero Storia del Rock a Fumetti, tomone brossurato di circa 200 pagine presentato a Lucca Comics and Games 2013 proprio dalle Edizioni NPE (Nicola Pesce Editore) che già avevano proposto in passato La Storia del Metal.
Il volume vuole raccontare la vita, ascesa (e spesso declino) di oltre 70 rockstar (o band), quelle che secondo gli autori hanno “fatto la storia del rock“.
Albo si apre con una breve storia a fumetti di 7 tavole, scritta e disegnata a Rizzi, in cui si presenta il personaggio e che fa da prologo al racconto della storia del rock vera e propria.
Da lì in poi il volume smette di essere un fumetto a tutti gli effetti diventando più una rivista disegnata che non appunto un fumetto. Il resto del volume infatti non è più un fumetto ma sono tanti testi corredati di moltissime illustrazioni (in bianco e nero). Heavy Bone generalmente appare solo nella prima vignetta in cui introduce il cantante del capitolo per poi lasciare spazio a illustrazione simil-fotografiche. Le illustrazioni sono ovviamente di Enzo Rizzi, mentre i testi di Francesco Ceccamea.
La struttura è quindi a capitoli indipendenti. Ogni capitolo della durata di due tavole affiancate. Ogni capitolo dedicato a un differente cantante o a una band.
Dal punto dell’illustrazione siamo di fronte a un prodotto molto valido: Rizzi abbandona in parte lo stile proposto nel fumetto di apertura per adottare uno stile molto più fotografico e realistico nel disegnare i vari cantanti.
I testi sono molto interessanti: nonostante il pochissimo spazio a disposizione, Francesco Ceccamea riesce a riassumere perfettamente l’epopea di ogni singolo artista.
Ovviamente dato il tipo di prodotto, e considerato che il narratore è proprio Heavy Bone, l’attenzione sarà molto incentrata, oltre che sulle peculiarità artistiche di ciascun gruppo, anche sui lati più oscuri e controversi della vita privata.
Tanto per dire: Jerry Lee Lewis viene ricordato per il suo stile sfrenato e irriverente, per le sue straordinarie e indimenticabili esibizioni live. Però non viene taciuto del matrimonio bigamo con la cucina tredicenne e il suo conseguente declino mediatico.
Insomma, da Johnny Cash a Little Richard, da Hank Williams ai Sex Pistols… leggendo La storia del Rock a fumetti sembra trovarsi di fronte a un manuale di psicologia: una carrellata di persone con disagi, disturbate, dipendenti (da alcool, da droghe, dal sesso, dalla fama…), autodistruttive o soltanto tragicamente sfortunate (Buddy Holly, morto in incidente aereo insieme a The Big Bopper e Ritchie Valens).
Ed è sicuramente così. Ma sono anche persone che hanno saputo scrivere o interpretare brani indimenticabili, canzoni bellissime che per molti di noi rappresentano la colonna sonora della propria vita.
E il libro riesce, non solo a trattare il “lato oscuro” del rock (e farlo senza nessun moralismo, ma in termini quasi storiografici), ma anche a spiegare il perché ciascuno di loro è stato grande e quale sia stato il suo peculiare contributo alla storia del rock, anche citando i brani più significativi.
Ammetto che non essendo un grande esperto musicale, molti gruppi non gli avevo mai sentiti nominare e così ho letto il libro attaccato a Youtube andando a scoprire via via le canzoni e gli artisti nominati. Vi consiglio di fare lo stesso anche voi.
Ok. Che è ben scritto e ben disegnato lo abbiamo detto. Che è un bel volume ed è un perfetto regalo (di Natale, di compleanno) a parenti e amici amanti di musica Rock, anche non appassionati di fumetto… non l’avevo ancora detto ma l’ho fatto ora. Cosa manca?
Ah sì, i difetti. Il primo “difetto” può essere di impatto. Aprendo il libro per la prima volta sarete sorpresi dallo scritto. Le didascalie sono infatti tantissime e con tantissimo testo all’interno. Quindi che si aspettava la storia del rock “a fumetti”, come suggeriva il titolo potrebbe restare deluso. Però appena capito che non si tratta di un fumetto ma qualcosa più simile a una rivista o un testo corredato da disegni, il problema sarà superato.
Secondo difettino superabile è la sensazione di ripetitività dell’opera. Mi spiego. La sensazione è di leggere (e forse è così, sinceramente non lo so) la raccolta di inserti di una precedente pubblicazione in cui le varie bibliografie venivano pubblicate a puntate e non come un’opera coesa. La struttura molto rigida, con Bone nella prima vignetta e poi il racconto del gruppo. Gira pagina e via da capo. Sembra, letto tutto d’un fiato, abbastanza ripetitiva. Mentre sarebbe perfetta pubblicata a puntate in una rivista di musica rock, ad esempio. Ma anche questo è un “problema” sormontabile: basta leggere il volume “a rate” e non tutto insieme.
Terzo e unico vero difetto, è che se i testi sono molto buoni e i disegni ottimi, quello che spesso non funziona è la leggibilità. Essendoci davvero tante didascalie più di una volta mi è venuto il dubbio su quale fosse il corretto ordine di lettura di alcune didascalie. Essendo le didascalie abbastanza sparse spesso mi è capitato infatti di accorgermi di aver letto le didascalie in ordine invertito o addirittura, anche dopo averle lette, non riuscire a capire con certezza il corretto ordine (e a volte è importante ad esempio quando vengono riportati una serie di episodi e il lettore non è sicuro dell’ordine in cui siano successi).
Comunque piccola cosa di fronte a una testo che con simpatia permette di attraversare tutta la storia del rock ritrovando i nostri cantanti preferiti e avendo anche l’occasione di scoprirne decine (nel mio caso) di nuovi. Consigliato.