È stata il sogno erotico di almeno due generazioni di italiani. Icona sexy del cinema anni ’70 e primi anni ’80. È morta il 22 giugno a Ladispoli l’attrice Laura Antonelli.
Nata a Pola, Laura Antonaz (il vero nome di Laura Antonelli) si trasferisce a Napoli durante l’esodo istriano alla fine della seconda guerra mondiale, quando l’Italia ha perso il possesso di quei territori. Dopo gli studi si trasferisce a Roma dove intraprende presto la carriera di attrice.
Prima alcuni caroselli per la Coca Cola poi i fotoromanzi. Il passo per il cinema è breve e già nel 1964 la vediamo in Il magnifico cornuto (1964) di Antonio Pietrangeli e l’anno successivo in Le sedicenni (1965) di Luigi Petrini. Seguono nel 1966 Scusi, lei è favorevole o contrario? e Le spie vengono dal semifreddo e nel 1968 La rivoluzione sessuale.
Sono ancora piccole parti. L’occasione per un salto di qualità nella carriera della Antonelli sarebbe potuta arrivare nel 1969 quando viene selezionata come protagonista di Venere in pelliccia da Massimo Dallamano. Il film, bloccato dalla censura, esce solo all’estero. In Italia uscirà anni dopo, nel 1975, col titolo Le malizie di Venere. Ma allora Laura Antonelli sarà già famosissima.
Tra il 1970 e il 1971 partecipa a numerose pellicole: il western Sledge, Incontro d’amore con John Steiner, Gradiva di Giorgio Albertazzi, Gli sposi dell’anno secondo con Jean-Paul Belmondo e Senza movente di Philippe Labro. Nel 1971 partecipa, al fianco di Lando Buzzanca, a Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile dove si esibisce in splendide scene di nudo. Con Buzzanca torna a lavorare l’anno successivo nella commedia di Lucio Fulci Nonostante le apparenze… e purchè la nazione non lo sappia… all’onorevole piacciono le donne.
Nel 1972 recita in Trappola per un lupo di Claude Chabrol insieme a Jean-Paul Belmondo col quale inizierà una lunga storia d’amore. È nel 1973 che Laura Antonelli si impone definitivamente come una delle principali icone sexy del cinema italiano. L’occasione è Malizia di Salvatore Samperi, film grazie al quale non solo si farà amare dal pubblico, ma anche dalla critica: Nastro d’Argento come migliore attrice protagonista e Globo d’Oro come Migliore Attrice rivelazione.
Questo successo le spalanca le porte del cinema d’autore e la sua carriera decolla definitivamente. Nel 1973 è con Giancarlo Giannini in Sessomatto di Dino Risi, mentre nel 1974 recita in ben tre film: Peccato veniale, diretta ancora da Salvatore Samperi, Simona di Patrick Longchamps e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini. Sono gli anni di grandi successi e cachet straordinari. Sono gli anni di Divina creatura, film di Giuseppe Patroni Griffi con Ettore Manni, Duilio Del Prete, Marcello Mastroianni, Michele Placido, con una scena di nudo della Antonelli ormai impressa nella storia del cinema.
Ormai anche i grandi registi se la contendono e così la troviamo in L’innocente (1976) di Luchino Visconti, in Mogliamante (1977) di Marco Vicario con Marcello Mastroianni, in Gran bollito (1977) di Mauro Bolognini con Max von Sydow, in Letti selvaggi (1979) di Luici Zampa con Ursula Andress e Sylvia Kristel, e in Il malato immaginario (1979) di Torino Cervi con Alberto Sordi.
Gli anni ’80 cominciano nel modo migliore con Mi faccio la barca (1980) di Sergio Corbucci con Johnny Dorelli e Christian De Sica. L’anno successivo torna alla commedia sexy con Casta e pura (1981) di Salvatore Samperi con Fernando Rey e Christian De Sica, e nello stesso anno viene diretta da Ettore Scola in Passione d’amore (David di Donatello come miglior attrice non protagonista) e nuovamente da Tonino Cervi in Il turno, al fianco di Vittorio Gassman e Paolo Villaggio.
Nel 1982 recita insieme ad un’altra icona sexy di quegli anni, Gloria Guida, in Sesso e volentieri di Dino Risi. Negli anni successivi si dedica principalmente a commedie e film comici: Viuuulentemente mia (1982) di Carlo Vanzina con Diego Abatantuono, Porca vacca (1982) di Pasquale Festa Campanile con Renato Pozzetto, Grandi magazzini (1986) di Castellano&Pipolo, Rimini Rimini (1987) di Sergio Corbucci con Paolo Villaggio e Jerry Calà, Roba da ricchi (1987), sempre di Sergio Corbucci, con Lino Banfi e Renato Pozzetto.
Non solo commedie comunque. In questi anni recita anche in Tranches de vie (1985) di François Leterrier, La gabbia (1985) di Giuseppe Patroni Griffi e l’erotico La venexiana (1986) di Mauro Bolognini. Sulla fine degli anni ’80 Laura Antonelli prova anche la strada della televisione con le miniserie Gli indifferenti (1988) di Mauro Bolognini e Disperatamente Giulia (1989) di Enrico Maria Salerno. Nel 1990 torna al cinema al fianco di Alberto Sordi in L’ avaro di Tonino Cervi.
Ed eccoci giunti a quel dannato 1991 quando Laura Antonelli viene sorpresa in possesso di 36 grammi di cocaina. La condanna a 3 anni e sei mesi la distrugge psicologicamente e professionalmente. Per cercare di riscattarsi accetta di partecipare a Malizia 2000 di Salvatore Samperi, pessimo remake del film che l’aveva portata al successo vent’anni prima. Sarà un flop colossale. Ormai la Antonelli è l’ombra di sé stessa e per cercare di non sfigurare sul set si sottopone ad un intervento estetico. Una reazione allergica però le deturpa il viso e scattano una serie di denunce e controdenunce per ottenere un risarcimento da produttore, regista e chirurgo secondo la tesi di essere stata costretta all’intervento. Il processo non le darà ragione e non otterrà il risarcimento richiesto.. In “compenso”, nel 2000 verrà finalmente prosciolta dalla condanna del 1991: la legge è cambiata e le viene riconosciuto il possesso l’uso personale, non per spaccio.
Una assoluzione arrivata però troppo tardi e così l’attrice chiede e ottiene un risarcimento dallo Stato italiano di oltre 100.000 euro. Ma questi soldi non possono ridarle gli anni, la carriera e la sanità mentale persi in questo lungo calvario. Negli ultimi anni però, vivendo lontano dai riflettori e in solitudine, sembra avesse ritrovato un po’ di serenità. Viene trovata morta all’età di 73 anni, uccisa da un infarto. Speriamo che nell’altra vita possa trovare la felicità che le è mancata in questa.
Questo il ricordo di alcuni suoi amici e colleghi: