“Una Notte da Leoni 3” ha esordito venerdì scorso negli Stati Uniti, piazzandosi al secondo posto nella classifica degli incassi con 41,6 milioni di dollari (dietro a “Fast & Furious 6” e davanti al nuovo “Star Trek”). Un risultato soddisfacente ma non eccellente, visto che il capitolo 2 aveva ottenuto la bellezza di 86 milioni al primo fine settimana, e anche il primo riuscì a fare meglio sfiorando i 45. L’appuntamento in sala con le gesta di Phil, Stu, Alan e Doug, questa volta non riuniti da un matrimonio e di nuovo alle prese con i mille pericoli di una città come Las Vegas, sarà imperdibile per chi ha amato la saga finora, anche se le prime critiche arrivate alle nostre orecchie parlano di una svolta dark, di una comicità meno incisiva, di un finale di serie meno convincente. Noi saremo lì, nonostante tutto: nel 2009 il primo “The Hangover” fu una sorpresa incredibile, il regista e produttore Todd Phillips aveva già dato buona prova del suo talento per la commedia con il mitico “Old School” e – in misura minore – con “Starsky & Hutch”, ma lì si avvaleva del feeling dei membri del Frat Pack (Will Ferrell, Owen Wilson, Luke Wilson, Ben Stiller…). Con “Una notte da leoni” invece crea da zero un cast che entra immediatamente nell’immaginario collettivo, con il “bello”, Bradley Cooper, che qui ottiene il lasciapassare definitivo per il grande cinema (il percorso era iniziato nei ’90 quando era un occhialuto personaggio minore della serie “Alias”), lo “sfigato”, un Ed Helms che in Italia era pressoché ignoto (la serie “The Office” che gli ha dato notorietà da noi è purtroppo sempre stata semi-invisibile) e soprattutto la scoperta del “folle”, uno Zach Galifianakis dal nome impronunciabile ma dalla fisicità e dalla prorompenza scenica indimenticabili (c’è chi, esagerando, all’uscita di quel primo film lo paragonò a un certo John Belushi…).
Dopo l’inatteso e straordinario successo di pubblico (e anche un po’ di critica, ammettiamolo) del primo film, il “branco di lupi”. a cui si deve aggiungere sempre anche Justin Bartha (che è sempre quello “escluso”, in un modo o nell’altro): la location diventa esotica (Bangkok), le avventure sempre “più” (grandi, esagerate, folli, pericolose) ma la ricetta identica. Un gruppo amalgamato, una festa di addio al celibato e un risveglio post-sbronza in cui bisogna capire cosa diavolo è successo e cercare di rimediare… Cosa aspettarsi da questo terzo capitolo di “Una notte da leoni“? Molti ingredienti “tipici” (l’animale – abbiamo visto nel trailer – dopo la tigre e la scimmia questa volta sarà una giraffa…) e qualche novità, un po’ di amarezza di fondo e il ritorno di tutti i personaggi – anche quelli minori – dei film precedenti.
Tra questi, Jade, interpretata da Heather Graham. “Ero contentissima. Ero impaziente di rivedere tutti e di vedere come sarebbe venuta la sceneggiatura. Mi ha detto “abbiamo inserito il tuo personaggio”, ma non sapevo cosa stesse scrivendo, quindi non vedevo l’ora di leggerlo”, ha dichiarato. “Todd è un ottimo regista, realizza grandi commedie e sa come essere crudo. Molte volte, nei film, i personaggi sono troppo delle brave persone, e qui non è decisamente così. Ma sono abbastanza “brave persone” perché lo spettatore li apprezzi. È fresco, originale”. Ma, prima di recarsi in sala e tornare a raccontare le emozioni del film, per chiudere la parola deve essere lasciata alla vera star della serie, Zach Galifianakis. “La cosa che credo sia bella vedere in questo film è che Alan è costretto a mettersi in discussione. Inoltre, nel film suo padre muore. E’ bello seguirlo in questo percorso. Nei primi film non esisteva questo aspetto, Alan lo conosciamo per le sue battute e le gag, nel terzo episodio andiamo più a fondo nella sua psiche e capiamo come viene percepito dagli altri. Assistiamo al suo tentativo di diventare più maturo, cosa che è divertente perché non è così semplice…”. http://youtu.be/W0fEXpYP0rM