L’anno scorso, in occasione del Giorno della Memoria abbiamo pubblicato una classifica dei peggiori campi di concentramento nazisti. In quella lista non c’era Auschwitz e non lo troverete nemmeno in questa. Come mai?
I nazisti hanno iniziato ad aprire campi di concentramento appena sono saliti al potere, sin dal 1933. Oggi si parla quasi esclusivamente dei campi di sterminio polacchi dove furono sterminati circa 6 milioni di ebrei. Di fronte a numeri così grandi si corre il rischio di “dimenticare” le altre centinaia e centinaia di campi in giro per l’Europa nazista dove hanno trovato la morte anche prigionieri politici, internati militari (soprattutto russi), testimoni di Geova, disabili, omosessuali, prigionieri di vario genere dei paesi conquistati, sacerdoti…
Vediamo quindi i peggiori campi di concentramento nazisti degli anni ’40, escludendo i campi di sterminio che avranno una classifica a sé stante.
GROSS-ROSEN
Aperto nel 1940 vicino a Gross-Rosen in Germania (oggi Rogoznica, in Polonia) come sottocampo di Sachsenhausen, nel 1941 divenne indipendente e fu il più grande campo della Bassa Slesia, con oltre 100 sottocampi. Il campo di concentramento di Gross-Rosen arrivò a detenere oltre il 10% dei prigionieri internati in tutti i campi di concentramento nazisti. Si stima che furono internate a Gross-Rosen oltre 100.000 persone e di queste ne morirono circa 40.000. È stato uno dei campi con la più alta popolazione femminile, 26.000 donne su 80.000 prigionieri. È in una sua fabbrica nel sottocampo Bruennlitz che Oskar Schindler riuscì a salvare, dopo la chiusura del campo di Cracovia-Plaszow, gli oltre 1.100 operai della sua fabbrica di Cracovia.
NATZWEILER-STRUTHOF
Aperto su monti Vosgi dalle parti di Strasburgo nel 1941, il campo di concentramento di Natzweiler-Struthof fu l’unico campo nazista su territorio francese. Vi vennero internate circa 40.000 e ne morirono 25.000. Qui operò il dottor August Hirt, anatomista famoso per i suoi esperimenti sui prigionieri al fine di testarel’efficacia del gas iprite e per aver ideato la cosiddetta “Jewish skeleton collection“: dato che la razza ebraica stava per estinguersi, il dottor Hirt uccise 86 persone per conservarne lo scheletro per studi antropologici.
MAJDANEK
Sito a quattro chilometri da Lublino, il campo di concentramento di Majdanek è da molti storici considerato il “sesto campo di sterminio” dato che, benché non facesse parte ufficialmente dell’Operazione Reinhard, vi furono uccise sistematicamente decine di migliaia di persone, anche con l’uso di camere a gas. 300.000 persone furono internate negli anni in questo campo e di queste ne furono uccise qui circa 80.000 (75% dei quali ebrei). Qui avvenne inoltre una delle più sanguinose fucilazioni di massa della storia: nell’ambito della cosiddetta Aktion Erntefest (Festa della mietitura), nome in codice di un’operazione che prevedeva la liberazione del Governatorato Generale per le aree occupate della Polonia dagli ebrei, il 3 novembre 1943 furono fucilati a Majdanek ben 18.400 ebrei in giorno solo.
JANOWSKA
Il campo di concentramento di Janowska, fu attivo tra il 1941 e il 1943 nei pressi di Leopoli in Polonia (oggi Lviv, in Ucraina). Furono internate qui oltre 100.000 persone, molte provenienti dal ghetto di Leopoli. I prigionieri in condizioni fisiche accettabili venivano selezionati per i lavori forzati, gli altri erano deportati a Belzec o uccisi con un colpo di pistola nei pressi del campo. Furono circa 40.000 le persone uccise in questo campo.
KRAKOW-PLASZOW
Situato a Plaszow, sobborbo meridionale di Cracovia, il campo di concentramento di Kraków-Płaszów venne inaugurato a fine 1942. All’inizio era un campo di lavoro, poi iniziò a crescere fino a 25.000 detenuti dopo la liquidazione del ghetto di Cracovia. Vi morirono circa 9.000 persone (la maggior parte ritrovati nei pressi di Hujowa Górka) e lo ricordiamo perché è qui che si svolgono le vicende narrate in Schindler’s List, film nel quale Ralph Fiennes ha interpretato Amon Goth, lo spietato direttore del campo che si divertiva a sparare ai prigionieri dal suo studio o a farli sbranare dai suoi cani addestrati.
BERGEN-BELSEN
Nel 1940 Bergen-Belsen era un campo di prigionia per prigionieri di guerra, in gran parte sovietici. Nel 1943 una parte del campo passò sotto il controllo delle SS e divenne un vero e proprio campo di concentramento. Nel 1944 una zona del campo venne adibita a ricovero per prigionieri malati provenienti da altri campi (anche mio nonno, internato militare italiano, transitò qui proprio per motivi di salute). Si stima che tra il 1941 e il 1943 morirono qui oltre 50.000 prigionieri e 20.000 soldati sovietici. Quando gli inglesi liberarono il campo il 15 aprile 1945 si trovarono di fronte ad uno spettacolo raccapricciante: 60.000 prigionieri denutriti e malati di tifo, dissenteria, tubercolosi e oltre 13.000 cadaveri sparsi per il campo. Nonostante gli sforzi per curare e nutrire quelle persone circa 14.000 di essi morirono dopo la liberazione. Qui morirono Anna Frank e sua sorella Margot.
KAUFERING
Attivi tra il 1944 e il 1945, i campi di concentramento di Kaufering erano undici campi satelliti di Dachau. Si trattava di impianti sotterranei per il montaggio di aerei da caccia. Le condizioni di lavoro erano talmente massacranti che dei 30.000 prigionieri ne morirono 14.500 in soli 10 mesi di attività di questi campi. La liberazione di Kaufering IV è ricreata nel nono episodio della serie tv Band of Brothers – Fratelli al fronte.
MITTELBAU-DORA
Aperto nel 1943 come sottocampo di Buchenwald, il campo di concentramento di Mittelbau-Dora divenne indipendente nel 1944 ed era composto da un sistema di tunnel scavati nella collina Kihnstein per fabbricare V-2 e V-1 al riparo dai bombardamenti alleati. I prigionieri vivevano e lavoravano all’interno di questi tunnel, dormendo in letti a castello e usando barili come latrine. Le condizioni di vita erano talmente difficili che dei 60.000 prigionieri ne morirono 20.000, uno su tre. È qui che fu rinvenuto l’Auschwitz Album, una collezione di circa 200 fotografie scattate dai nazisti a Auschwitz-Birkenau, unica testimonianza visiva del processo di selezione dei prigionieri.