Grande notizia per la Repubblica Romana, oggi 18 ottobre di 2216 anni fa (ovvero 202 a. C.), il comandante Publio Cornelio Scipione, meglio noto come Scipione l’Africano, ha sconfitto nella Battaglia di Zama il condottiero cartaginese Annibale.
Scipione era sbarcato in Africa un paio di anni prima e dopo diverse vittorie è riuscito ad allearsi con Massinissa, principe numida in esilio con aspirazioni al trono, che lo ha supportato con un’ottima cavalleria.
Per difendere la madre patria fu richiamato dall’Italia il grande Annibale. Al suo comando un esercito di circa 43.000 uomini di cui 12.000 tra Liguri, Celti, Baleari e Mauri, 12.000 nord africani (Libi e Cartaginesi), 15.000 veterani della campagna d’Italia e circa 4.000 macedoni. A questi vanno aggiunti 4.000 cavalieri e un’ottantina di elefanti.
Decisamente meno numerosa la fanteria romana che raggiungeva scarsamente le 30.000 unità di cui la maggior parte romana e italica, più circa 6.000 numidi e qualche berbero. Più numerosa però la cavalleria con più di 6.000 cavalieri (la maggior parte numidi).
Dubito che i bookmakers dell’eposa avrebbero potuto prevedere, in base alle forza in campo, il massacro che subì l’esercito cartaginese. Ma andiamo con ordine e vediamo come andarono le cose.
Annibale lancia gli elefanti in carica contro i romani ma questi riescono a spaventarli e, imbizzarriti, gli animali si gettano sulla propria cavalleria. Vedendo la cavalleria cartaginese in difficoltà, Massinissa e Lelio partono all’inseguimento con le loro cavallerie. Gli storici non sono ancora certi se quella cartaginese sia stata fuga vera o un trucchetto per “portar via” dal campo la cavalleria romana, più forte e numerosa di quella al comando di Annibale.
Fatto sta che si arriva allo scontro tra le due fanterie. La tattica di Annibale era di sfiancare l’esercito romano con i mercenari e i cittadini, tenendo fuori dalla battaglia fino alla scontro finale la grande compagine dei veterani d’Italia. La cosa sembrò funzionare, ma i romani, tenaci e con voglia di rivalsa dopo la battaglia di Canne, resistettero fino al decisivo ritorno della cavalleria romana, che prese alle spalle l’esercito punico.
Chiusi tra l’incudine e il martello, per gli uomini di Annibale non ci furono speranze e alla fine dello scontro giacevano a terra morti ben 23.000 soldati cartaginesi, contro gli appena 1.500 romani.
Con questa battaglia si conclude così la seconda guerra punica, con la definitiva debacle cartaginese.
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