Ne ho scritto per Linkiesta.it, ma mi spiaceva non pubblicare nulla qui su Cinemambiente 2013, appena concluso. Quindi l’ho “copiato e incollato”.
Si è appena chiusa l’edizione 2013 di Cinemambiente, il più importante festival italiano dedicato al rapporto tra uomo e ambiente, allo stato del pianeta, agli aspetti fondamentali del nostro “vivere” quotidiano.
Come ogni anno, si esce dalla fitta settimana di proiezioni arricchiti, di nozioni e di consapevolezza, ma anche – per fortuna – di buoni propositi e di concrete occasioni di “fare” qualcosa.
Dai documentari del festival ho imparato che la pesca dei tonni nei nostri mari è assolutamente selvaggia, e che prima di tornare a mangiarne sarà meglio che venga fatta chiarezza in qualche modo.
Ho imparato quanto cibo si spreca, che circa la metà di quanto viene prodotto è poi buttato, e che basta poco – a cominciare dal proprio frigo – per iniziare a ridurre questa tendenza.
Anche perché ho imparato che i rifiuti stanno sommergendo il mondo, e che anche in paradisi terrestri come le Maldive la situazione-spazzatura è allarmante.
Ho imparato quanto sia infelice la vita delle orche (e in genere di tutti gli animali privati della loro libertà), e che mai dovrò metter piede in un parco acquatico o in uno zoo. Che negli Stati Uniti bisogna lottare anche per poter dire pubblicamente di essere atei, e che risparmiare (nei discount, nei voli low cost,…) ha sempre un prezzo che qualcuno deve pagare.
Ho imparato quanto le api siano importanti, e non solo perché Einstein forse un giorno ha detto qualcosa al riguardo, ma perché le api sono “più che miele” e senza il loro operare non potremmo sopravvivere.
Ho imparato che “siamo dove viviamo”, che l’urbanizzazione e la sovrapopolazione determina anche il nostro livello di vita, che l’energia elettrica non è una cosa “scontata”, che sotto le nostre città possono scorrere dei fiumi “imprigionati” e che la frutta è bella, oltre che buona.
Ho imparato che forse siamo proprio “tutti cavie”, e che la solidarietà umana può compiere miracoli anche dopo un’alluvione devastante, che anche l’arte e la pittura possono essere importanti per l’ambiente, ma che purtroppo siamo arrivati all’ultima chiamata per fare qualcosa.
Ho imparato che anche l’azione di un minuscolo colibrì può avere importanza, perché per cercare di cambiare le cose ognuno deve “fare la sua parte”.
Spero di ricordare il più possibile di queste cose, per non tornare tra un anno a “imparare” cose che avrei dovuto già sapere. Anche perché in questi anni di Cinemambiente ho imparato che sono tante e sempre più le minacce e le cose da sapere sul nostro pianeta, e che questo festival è il mezzo migliore per farcele conoscere.