In questi giorni è in sala Creed III, il nuovo capitolo dello spin-off di Rocky. Per “rinfrescarmi” la memoria sui personaggi mi sono rivisto il primo capitolo, Creed – Nato per combattere.
Trama
Protagonista del film è Adonis Johnson, figlio illegittimo del pugile Apollo Creed. Non ha mai incontrato il padre, morto prima della sua nascita, e dopo aver perso anche la madre e aver vissuto anni tra case famiglia e riformatori, viene adottato dalla vedova di Apollo. Salto temporale e lo troviamo pugile esordiente che inizia a muovere i primi passi disputando piccoli incontri a Tijuana. Volendo diventare un pugile professionista si trasferisce a Philadelphia per convincere Rocky Balboa ad allenarlo.
Regia e sceneggiatura
Regista e sceneggiatore di Creed – Nato per combattere è l’americano Ryan Coogler. All’uscita della pellicola, nel 2015, Ryan Coogler era sconosciuto al grande pubblico, avendo girato solo Prossima fermata Fruitvale Station, film indipendente vincitore di numerosi premi al Sundance Film Festival e al Festival di Cannes e con protagonista proprio Michael B. Jordan.
Dopo Creed – Nato per combattere la carriera di Ryan Coogler è esplosa grazie ai due film Marvel di grandissimo successo Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever.
Cast
A interpretare Adonis Johnson, troviamo appunto Michael B. Jordan, ormai feticcio di Ryan Coogler che lo ha voluto in tutti i suoi film (in Black Panther interpretata il villain Erik Killmonger). Tra gli altri film interpretati di Michael B. Jordan ricordiamo anche Senza rimorso di Stefano Sollima, produzione Amazon tratta dall’omonimo romanzo di Tom Clancy.
Accanto a lui, nel ruolo che lo ha lanciato, troviamo ovviamente Sylvester Stallone che per la prima volta nella saga si limita a recitare senza prendere parte alla scrittura della sceneggiatura. Il suo Rocky Balboa in questa pellicola è un personaggio crepuscolare, un uomo senza più stimoli e desideri, solo e disilluso. Probabilmente la migliore interpretazione di Stallone da molti anni a questa parte.
Tessa Thompson interpreta Bianca Taylor, una cantante con problemi di udito con la quale Adonis inizia una relazione sentimentale. L‘attrice, che oggi è nota al grande pubblico per aver vestito i panni Valchiria in vari film Marvel, prima di Creed aveva recitato in Selma – La strada per la libertà e nella serie tv Veronica Mars (interpretava Jackie Cook, compagna di scuola di Veronica).
Mary Anne, vedova di Apollo Creed e madre adottiva di Adonis, è interpretata da Phylicia Rashād, l’indimenticabile Claire Robinson della sitcom anni ’80 I Robinson.
Graham McTavish, il nano Dwalin nella saga Lo Hobbit (in realtà è alto 1.89 m), interpreta Tommy Holiday, manager del campione del mondo dei mediomassimi Tony Bellew.
Wood Harris (Paid in Full, Il sapore della vittoria – Uniti si vince) interpreta Tony Evers, figlio di Duke, storico allenatore di Apollo Creed prima e Rocky poi.
I pugili Ricky Conlan e Danny “Stuntman” Wheeler sono interpretati rispettivamente da Tony Bellew (pugile tre volte campione inglese dei pesi massimi) e Andre Ward (pugile campione del mondo dei mediomassimi). Il pugile Lion Sporino è interpretato invece dal pallavolista Gabriel Rosado.
Commento
Ammetto di essere fan della saga di Rocky e quindi ho accolto molto favorevolmente questa sorta di spin-off. Anche perché Rocky è una delle poche saghe che ha sempre mantenuto un buon livello medio dato che, anche nei capitoli meno riusciti, si possono sempre trovare alcune sequenze assolutamente da salvare.
Ma come rilanciare il franchise di Rocky dopo vent’anni da Rocky Balboa (2006)? Fare un vero remake di Rocky non avrebbe avuto molto senso: il personaggio Rocky è troppo legato alla figura di Sylvester Stallone per pensarlo interpretato da qualcun altro.
Un nuovo sequel? No, già Rocky Balboa sembrava arrivare fuori tempo massimo (anche se invece si è rivelato molto valido), figuriamoci vedere combattere Rocky dopo altri vent’anni.
Ecco allora l’intuizione. Mettiamo Rocky all’angolo come allenatore spostando l’attenzione su un nuovo personaggio, ma non uno qualsiasi, il figlio di Apollo Creed. Nuovo personaggio, nuove vicende, ma all’interno dello stesso immaginario. Al centro non c’è più la comunità italoamericana, ma quella afroamericana. Rocky c’è ancora, ma non è più il protagonista: diventa lo “zio” saggio che cerca di aiutare questo giovane ambizioso a non fare i suoi stessi errori.
E quindi com’è Creed – Nato per combattere? Ryan Coogler attinge a piene mani a tutta la saga di Rocky: creando una sorta di mix tra Rocky e Rocky V. Con il primo capitolo, infatti, Creed condivide lo spunto del campione del mondo che, dopo l’infortunio dello sfidante designato, mette in palio il titolo con un pugile quasi esordiente dandogli l’occasione della vita. Con Rocky V, invece, condivide la dinamica di Rocky che allena un pugile ambizioso nel quale rivede sé stesso e con il quale crea quel rapporto padre-figlio che non è mai riuscito ad avere con il vero figlio Bobby.
Adonis non è Rocky. Non lo è nel background e non lo è nelle intenzioni. Lo “Stallone italiano” rappresentava l’italo americano cresciuto in strada, senza alcuna cultura, al soldo di un mafioso locale come esattore del pizzo. La boxe dà a Rocky una possibilità di cambiare vita, riscattarsi dal suo passato e costruire un nuovo futuro per sé e la sua famiglia.
Adonis, al contrario, non ha bisogno della boxe per crearsi un futuro. Per Adonis la boxe non è un’opportunità, è una esigenza. Il combattere lo ha dentro di sé, nel DNA. Anche lui ha avuto una infanzia difficile, ma a 13 anni ha trovato una madre adottiva che gli ha dato tutto quello di cui aveva bisogno: affetto, istruzione, una vita lussuosa, opportunità. La ricchezza, però, non ha spento il fuoco che gli brucia dentro e vuole mostrare al mondo che esiste anche lui e che Adonis Johnson è molto più di un “Baby Creed”, di un figlio d’arte.
In tutto questo, il valore aggiunto della pellicola è sicuramente Sylvester Stallone, davvero bravissimo nel tratteggiare questo Rocky Balboa distrutto nel corpo e nello spirito che ormai solo si trascina nella vita aspettando la fine senza più un obiettivo. Nel film precedente Rocky Balboa aveva ancora degli amici accanto (Duke, Paulie, Marie…) e tornare a combattere era l’ultima valvola di sfogo per sentirsi vivo dopo la perdita di Adriana. In Creed quello che fa non è più “vivere”, ma un semplice “sopravvivere” tra il lavoro al ristorante e le visite al cimitero tra rimpianti e rimorsi. Ormai anche la morte per lui sarebbe quasi una liberazione da una vita senza più emozioni e sogni.
Grazie a questa altalena tra nuovo e già visto, il film può essere apprezzato sia dai fan della saga originale, sia dai nuovi spettatori.
Dove vedere “Creed – Nato per combattere”
Creed – Nato per combattere è presente sulla piattaforma Prime Video. È possibile provare gratuitamente Prime Video per 30 giorni cliccando questo link. Oltre all’accesso a tutti i film della piattaforma si avranno altri vantaggi come le spedizioni illimitate e l’accesso anticipato ad Offerte lampo.