Siamo nell’anno 20XX, nel giorno di San Valentino, quando -come preannunciato da Wells- sulla Terra arrivano i Marziani e la Grande Invasione ha inizio. La resistenza dei terrestri viene velocemente spazzata via dalla potenza aliena e la stessa umanità giunge quasi alle soglie dell’estinzione per via della Purga che viene scatenata. Nessuna arma sembra scalfire le difese dei potenti Tripodi Alieni e purtroppo in questa realtà neppure le malattie terrestri sembrano fermare gli invasori, come invece era successo a quelli di Wells. Però, per quanto disperata, distorta, distrutta e piegata, l’umanità non si arrende e la resistenza pian piano si coagula attorno a tre eroi che in principio eroi non volevano essere. Si tratta dei protagonisti della serie: il giornalista americano alcoolizzato Jack O’Brennan, la ribelle anarchica argentina Elizabeth Estevaz e l’ex Capitano della British Army Dwayne Littercut che, impazzito a causa di un incidente, all’epoca della Discesa dei Tripodi viveva una vita di stenti per strada come un barbone.
Così parte una nuovissima serie di fantascienza dalle premesse sicuramente interessanti. Realizzata come autoproduzione per le edizioni AIII dallo sceneggiatore Luca Salvadei e dai disegnatori Fabio Piacentini, Valerio Piccioni e Luca Bonessi, potrete trovare delle significative informazioni su di essa e numerose anticipazioni approfondite presso queste pagine dedicate:
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Per saperne di più, intanto, abbiamo fatto quattro chiacchiere con gli autori della serie.
Umberto Sisia: Ciao e benvenuti a tutti! Vorreste presentarvi brevemente, a beneficio di coloro che non vi conoscessero?
Fabio Piacentini: Ciao a tutti, sono un disegnatore, principalmente per Sergio Bonelli Editore e sono nello Staff di Martin Mystère. Ultimamente ho collaborato anche con Soleil (Francia) e Disney America.
Amo tutte le forme di disegno e da diversi anni sono in prima linea per il disegno digitale.
Valerio Piccioni: Io sono Valerio Piccioni, per anni ho fatto parte dello staff di disegnatori di Julia della Sergio Bonelli Editore ed al momento, insieme a Maurizio Di Vincenzo, lavoro sulle testate di Dylan Dog con una breve incursione su Zagor.
Luca Bonessi: Ciao, sono Luca Bonessi disegnatore di Julia e Dragonero.
Luca Salvadei: Ciao, in effetti dubito che siano in molti a conoscermi poiché pur lavorando nell’ambiente del fumetto da decenni, sono sempre rimasto defilato, un po’ dietro le quinte. E comunque sino ad oggi avevo seguito principalmente il mondo legato a Martin Mystère. È grazie a Fabio se ho ampliato i miei orizzonti e se ho deciso di venire allo scoperto.
US: Parliamo del vostro ultimo progetto, “La guerra dei mondi”. Volete raccontarci come è nata l’idea, in che cosa consiste e quale è stato il vostro livello di coinvolgimento?
FP: Un giorno (2017) leggevo un articolo che descriveva le opere per cui erano decaduti i diritti d’autore. Tra le varie citate c’era anche La Guerra dei Mondi di H.G. Wells. A quel punto pensai che sarebbe stato interessante rielaborare quella trama, adattandole tramite l’evoluzione del pensiero e delle scoperte tecnologiche che naturalmente vennero fatte negli anni dopo l’uscita dell’opera.
LS: Il coinvolgimento è ai massimi livelli: tutti noi autori ci mettiamo idee, ci consigliamo a vicenda, ci aiutiamo, ci integriamo. A volte capita che da un’idea proposta da uno di noi si pervenga a qualcosa di concreto pianificato tra tutti e il risultato è chiaramente migliore. La cosa divertente è che a volte ci divertiamo anche solo a decidere particolari insignificanti che il lettore non noterà mai, ma che a noi servono per inquadrare i protagonisti. Un aneddoto simpatico in tal senso non è stato tanto decidere il nome di Dwayne (in una gara a chi dava nomi più belli) quanto trovare la firma che Beth lascia sui graffiti.
US: Il tema dell’invasione aliena è un classico assoluto della narrativa di fantascienza, potremmo dire anzi che insieme a quello del robot e al viaggio nello spazio e nel tempo sia uno degli argomenti fondamentali di questo genere narrativo. Che cosa pensate possa introdurre di nuovo il vostro “La guerra dei mondi” e a quali modelli forti si rifà?
FP: La “nostra” Guerra dei Mondi è un accadimento, un dato di fatto, un universo dove la terra viene attaccata da entità aliene e le sue popolazioni vengono sterminate, fatti salvi solo alcuni superstiti. A noi interessa descrivere le vite di questi superstiti: da dove vengono, cosa fanno e dove stanno andando. Ci interessa sviscerare i motivi per cui si sono salvati. Capire se l’umanità poteva prevedere questa invasione e se in passato ce ne erano state altre di simili nei lunghi millenni della storia dell’uomo. Il genere è dunque classico ma il punto di vista sarà completamente nuovo.
LS: Dicono che dopo la Bibbia e l’Odissea, non ci sia più nulla di nuovo. Ed in effetti, come affermi, il tema dell’invasione è stato già enormemente sviluppato dal romanzo ottocentesco di Wells all’adattamento del nuovo millennio di Spielberg; dalle invasioni “chiassose” dei B-Movie a quelle “silenti” degli Ultracorpi o dei Visitors; da quella spiegata nei minimi dettagli dall’omonima saga di Turtledove a quella per nulla descritta di Falling Skyes. Il nostro scopo non è stato, quindi, raccontare qualcosa di nuovo (anche se poi alla fine abbiamo raggiunto anche questo risultato), ma narrarlo in un modo diverso ed innovativo. Le lunghe discussioni tra noi autori sono servite a ottenere la completa libertà di movimento sia nella trama che nei disegni. Questo è quello che abbiamo voluto creare. E crediamo di esserci riusciti.
US: Ci volete parlare un po’ più estesamente del progetto? Come sono previsti gli archi narrativi? Quali le tempistiche di narrazione? La scelta effettuata è stata quella di una produzione indipendente: quali sono i vantaggi e gli svantaggi di essa?
FP: Il progetto ha avuto un periodo di gestazione abbastanza lungo, circa due anni, in cui tutti noi ci siamo riuniti per pianificare l’universo dove si sarebbe svolta la storia e chi avrebbe fatto cosa. Tempi lunghi per progetti ambiziosi! In ogni caso siamo pronti per partire e dopo innumerevoli discussioni, mangiate e bevute abbiamo deciso che, per forza di cose, il primo ciclo narrativo dovrà riguardare effettivamente l’invasione aliena. Questa prima storia sarà suddivisa in due volumi e presto disponibile tramite crowfounding. La scelta della produzione indipendente è dovuta al fatto che avevamo la necessità di osare sia nei testi che nei disegni, di raccontare quello che volevamo senza tenere conto di un Editore, senza filtro. Secondo me nessun vantaggio né svantaggio: volevamo seguire un progetto autonomamente e questo ci ha spinto a provare a contare solo sulle nostre forze. L’appoggio del pubblico sarà fondamentale.
US: Dal momento che nessuno di voi è solo a gestire la serie, vorreste spiegarci il “who’s who”? Quali sono i rispettivi compiti degli autori e come funziona la vostra interazione nella produzione a livello sinergico?
FP: Per quanto mi riguarda mi occupo di Jack, il personaggio che è un po’ quello che funge da raccordo tra tutti gli altri, il narratore. Non abbiamo piani specifici di narrazione ognuno mette il suo apporto in piena autonomia creativa. Luca Salvadei si occupa della stesura della storia, è lo sceneggiatore!
VP: Mi occuperò principalmente della realizzazione dell’arco narrativo di Beth, la rivoluzionaria dalle doti acrobatiche affinate dalla pratica del parkour. Questo non impedirà a me o ai miei illustri colleghi, alcune “invasioni di campo” grafiche negli altri archi narrativi. L’idea era quella di mantenere una narrazione fluida, nonostante i nostri stili differenti.
LB: Io mi occuperò della parte della storia incentrata su Dwayne, personaggio dai mille volti e ben pensato, attraverso il quale è stato possibile inserire spunti narrativi originalissimi. Il fatto di avere tre disegnatori su tre personaggi distinti, sarà un punto di forza per la caratterizzazione di ognuno di essi. L’intento è quello di riuscire a coinvolgere il lettore con un legame empatico con il personaggio, che la narrazione fluida e coinvolgente della storia rafforzerà.
US: Il numero zero del progetto è stato diffuso in primo momento in occasione di Lucca Collezionando 2018. Quali sono stati i primi riscontri da parte del pubblico? Hanno influito in qualche maniera circa la lavorazione del prosieguo della vicenda?
FP: Il numero 0 è in esaurimento e per fortuna fino ad ora ci sono solo riscontri positivi. Assolutamente tutti i pareri, consigli e osservazioni influiscono su ogni nostra scelta, perché questo progetto è sì per noi ma anche per chi lo leggerà. Gli interessati al numero 0 possono scriverci a mortedamarte@gmail.com. Il prezzo è simbolico ed è di 3€ (con sketch ) più le spese di spedizione.
LS: La collaborazione con i lettori è per noi fondamentale. Per questo ci confrontiamo con loro sui social e ascoltiamo i loro pareri. Non sempre possiamo accontentarli, ma spesso sono già in sintonia con noi e ci consigliano cose che in effetti avevamo già valutato consentendoci di migliorare le nostre scelte.
US: Essendo al lavoro sulla serie ben tre disegnatori, a livello grafico quali sono state le vostre principali fonti di ispirazione, sia fumettistiche che cinematografiche? Quali tipi di suggestione avete cercato di trasfondere all’interno delle tavole di questo fumetto?
FP: Le mie fonti di ispirazione sono… tutto quello che mi piace. Ed è veramente difficile catalogarlo… Ci sono film ed artisti di ogni parte del mondo che veramente ti sorprendono, per quanto mi riguarda cerco di capire e carpire tutto quello che mi meraviglia… Nelle tavole di questa prima storia sto cercando di suggerire il Caos….
VP: Gli esempi fumettistici e cinematografici sull’argomento sono veramente innumerevoli. Talmente tanti, che pensare di poter fare qualcosa di veramente nuovo è pressoché impossibile! Ciò che, almeno personalmente, mi ha maggiormente interessato in questa “sfida” è la possibilità di riuscire a fare qualcosa non di nuovo, ma di inaspettato. Speriamo di riuscire nell’intento!
LB: Il bacino da dove attingere sia cinematograficamente che fumettisticamente è vasto, ma la vera essenza de “LGDM”, ed è ciò che mi ha convinto del progetto essendo io anche grande appassionato di astrofisica e di fisica quantistica, è stata prendere spunto da scoperte scientifiche reali e concepire soluzioni grafiche nuove ed originali, fruibili all’amalgama narrativo, che facciano emergere lo stupore nel lettore.
LS: Se lo chiedi a me, a livello di scrittura, pur avendo come idolo fumettistico Alfredo Castelli e adorando le sue sceneggiature al punto di aver utilizzato uno dei suoi metodi ogni tanto (“in questa pagina mettici una scazzottata tra i buoni e i cattivi”), ho cercato di assecondare e interpretare anche i desideri e le volontà dei disegnatori, lavorando spesso in stretto rapporto con loro. Questo ha implicato uno scarso uso delle mie abituali fonti e ispirazioni, ma ha consentito una crescita reciproca che credo senza precendenti.
US: Siamo giunti alla conclusione: nel salutarci, volete aggiungere qualcosa che non avete ancora detto per il potenziale pubblico futuro de “La guerra dei mondi”?
FP: Seguiteci: non potete immaginare quanta follia e quanta scienza abbiamo inserito in queste storie. Voglio ringraziare anche i miei amici/colleghi (i Luki e Valerio), Paolo Mignone che si è occupato della impaginazione grafica del numero 0 e in più, suo malgrado, ci sopporta. Ultimo ma non ultimo Luca Moscatiello, perchè senza di lui questo progetto non ci sarebbe. Un saluto a tutti i soci Amys e a voi che ci ospitate con questa intervista e… a presto!
VP: Da parte mia posso solo dire ai lettori di tenerci d’occhio, ché rimarrete stupiti o quantomeno spiazzati da La guerra dei mondi!
LB: Quello che posso dire ai futuri lettori de LGDM è: stay tuned! Ne vedrete della belle!
LS: Non avete idea delle potenzialità di questa storia che speriamo potervi raccontare tutta col tempo.
US: Grazie a tutti voi e dunque contiamo presto di leggere il primo story-arc della vicenda! A presto!