Si intitola “Shirin Neshat, Escrito sobre el cuerpo” la mostra che fino all’1 settembre ospiterà a Madrid l’arte fotografica e cinematografica dell’iraniana Shirin Neshat, vincitrice di un Leone d’argento alla regia nel 2009 a Venezia con il suo “Donne senza uomini” (ma anche di un Leone d’oro alla Biennale nel 1999).
All’interno dell’Espacio Fundación Telefónica sono esposte una ventina di fotografie e le videoinstallazioni “Zarin” (2005) e “OverRuled” (2012), in cui al centro sono poste la condizione della donna nel mondo islamico, la spiritualità e i suoi rituali, gli stereotipi di Oriente e Occidente. Alcune foto sono tratte dalle serie “Women of Allah”, “Rapture” e “The Book of Kings”.
Emigrata dall’Iran nel 1974, all’età di 17 anni, per studiare a Berkeley, Shirin Neshat vive tuttora lontana dal suo paese natale, in cui non è più riuscita ad ambientarsi dopo aver vissuto in occidente. Nella sua carriera ha esposto in tutto il mondo, tra gli altri ricordiamo Museo de Arte Moderno di Città del Messico, il Contemporary Arts Museum di Houston, l’Espoo Museum of Modern Art (Finlandia), il Castello di Rivoli a Torino, il Dallas Museum of Art, la Serpentine Gallery di Londra, l’Hamburger Bahnhof di Berlino.
Neshat sta attualmente realizzando il suo secondo lungometraggio, dedicato alla vita e all’arte della leggendaria cantante egiziana Umm Kulthum (nota anche come Oum Kalthoum, Om Kolthon e altre traslitterazioni possibili).