One Second: il nuovo film di Zhang Yimou

One Second ecco perchè guardarlo

In questi giorni mi è capitato di vedere One Second di Zhang Yimou. Ecco perché vale la pena recuperarlo.

Sinossi

Il film è ambientato in Cina durante la Rivoluzione Culturale. Zhang evade da un campo di lavoro forzato per poter vedere un cinegiornale di propaganda dove dovrebbe comparire, per un secondo o poco più, la figlia che non vede da anni. Una bambina, l’orfana Liu, sembra però mettergli i bastoni tra le ruote.

Regia

Zhang Ymou
Zhang Yimou

Dietro la macchina da presa di One Second troviamo Zhang Yimou, uno dei più celebri registi cinesi.

Inizia la carriera con splendidi film d’autore quali Sorgo rosso (Orso d’Oro a Berlino), Ju Dou, Lanterne rosse (Leone d’Argento a Venezia), La storia di Qui Ju (Leone d’Oro a Venezia), Vivere!, La strada verso casa, Non uno di meno (Leone d’Oro a Venezia), La locanda della felicità.

Inizia poi un periodo di successo commerciale passando a dirigere film wuxia come Hero, La foresta dei pugnali volanti, La città proibita, Ying.

Negli anni successivi alternerà kolossal come I fiori della guerra e The Great Wall, a film più autoriali come Mille miglia… lontano, Lettere di uno sconosciuto e appunto One Second.

Cast

Sono tre gli attori protagonisti di One Second: Zhang Yi interpreta il fuggitivo Zhang; Fan Wei interpreta il proiezionista Mr. Movie; Liu Haocun interpreta l’orfana Liu.

Zhang Yi è noto principalmente per Dearest di Peter Chan, Cock and Bull di Cao Baoping e Operation Red Sea di Dante Lam.

Fan Wei ha recitato in diversi film del regista Feng Xiaogang (Cell Phone, World Without Thieves, If You Are the One) e in City of Life and Death di Lu Chuan.

Liu Haocun ha debuttato nel cinema proprio con One Second, per poi interpretare poco dopo il film A Little Red Flower di Han Yan.

Commento

Zhang Yimou è da sempre uno dei miei registi preferiti e questo One Second dà la sensazione di essere uno dei suoi film più personali.

Lo è per l’amore per il cinema trasmesso dalla cura che Mr. Movie usa per la pellicola e dalla ritualità con la quale si prepara per la proiezione.

Lo è per il il fascino ipnotico che ha la settima arte sul pubblico, esperienza contemporaneamente collettiva e individuale. La visione di un film (in questo caso Eroic Sons and Daughters di Wu Zhaodi) e il canto delle vecchie canzoni unisce tutto il villaggio facendo momentaneamente dimenticare ristrettezze ed oppressioni.

One Second mostra poi la Rivoluzione Culturale dal punto di vista di un lavorare di un campo di lavoro, e la mente non può che andare al regista stesso, che da giovane fu anch’esso “rieducato” lavorando per 10 anni in campagna e in una fabbrica tessile a causa dei legami della sua famiglia con il movimento nazionalista.

La pellicola doveva essere in origine presentata al Festival di Berlino nel 2019, ma venne all’ultimo momento ritirata per inspiegati “problemi tecnici” (leggi: censura del governo cinese) e venne distribuita solo un anno più tardi dopo numerosi tagli e rimontaggi. Chissà quali sono le differenze con la pellicola originale, probabilmente ancora più critica verso quel periodo storico.

Zhang e l’orfana Liu

Il film inizia con un susseguirsi di scene comiche tra Zhang e l’orfana Liu (esilarante tutta la sequenza a bordo del camion). Poi, però, vengono fuori le vere motivazioni dei personaggi e il film prende un colore emotivo totalmente diverso.

Un pezzo di pellicola può essere il lavoro di una vita, lo svago di una serata, una via di salvezza, la cosa più importante del mondo tanto da mettere a repentaglio la propria vita, qualcosa di inutile da gettare via. L’importanza non è nell’oggetto in sé, ma in ciò che rappresenta per ciascuna persona.

Zhang Yimou ha detto in una intervista che “C’è sempre un film che si ricorderà per tutta la vita. Ma forse non è solo il film che ci ricordiamo, quanto la speranza che ci trasmesso, quel desiderio di guardare le stelle. “One Second” è dedicato a tutti coloro che amano i film”.

Da non perdere i titoli di coda con la ripresa di alcune delle scene del film mentre viene cantata una splendida canzone omonima One Second da una commossa e commovente Liu Haocun.

Spiegazione del film e teorie (attenzione spoiler)

Consiglio di leggere questo paragrafo solo a chi ha visto il film, dato che farò degli spoiler.

Sono una di quelle (poche) persone che guardano anche i titoli di coda. Tanto più quando sono meravigliosi come quelli di questo film, con la bravissima Liu Haocun che canta una splendida canzone in maniera meravigliosa e toccante.

Durante i titoli di coda, se state attenti, noterete un fotogramma che non c’era nel montaggio definitivo nel quale si vede Liu raccogliere dalla sabbia il pezzo di pellicola con l’immagine della figlia di Zhang.

Questo mi ha dato da pensare sul fatto che il montaggio originale, prima della censura, portasse ad un finale totalmente diverso. Magari ancora più amaro, dove Liu trova sì il fotogramma, ma non avrà mai modo di darlo a Zhang dato che quest’ultimo non farà più ritorno dopo l’arresto.

Probabilmente l’aggiunta di un finale meno cupo, con la scarcerazione di Zhang e il suo ritorno da Liu, è stato imposto dal governo cinese che non voleva che si potesse pensare che Zhang fosse stato giustiziato. E per non trasformare un finale totalmente drammatico in uno troppo positivo, forse Zhang Yimou ha trovato l’espediente di perdere il fotogramma per lasciare quanto meno un gusto agrodolce alla vicenda.

Questa è solo una mia ipotesi, non supportata da alcuna conferma. Cercando però informazioni a riguardo, mi sono imbattuto in alcuni video cinesi dove persone che sostengono di aver visto il montaggio originale, parlano di una importante sequenza di circa un minuto, tagliata nella versione ufficiale.

Il taglio riguarderebbe un dialogo nel quale Zhang confessa, credo a Fan, che non è vero che sua figlia non lo vuole più vedere, come aveva raccontato in un primo momento. Il vero motivo per il quale questa ripresa è per lui così importante è che la figlia è morta.

La figlia ci impegnava tanto per mettersi in mostra così da dimostrare la sua fedeltà allo stato e distaccarsi dall’immagine del padre. E proprio in una gara a chi trasportava più sacchi, correndo senza guardare la strada è stata investita dal camion.

Ora non posso avere la certezza che questo racconto sia vero, ma penso che lo sia. Anche io, durante la visione, avevo pensato che la figlia fosse in realtà morta e questa presunta scena sarebbe il pezzo del puzzle che si incastra alla perfezione con quanto abbiamo visto nel film.

Probabilmente, anche in questo caso, la censura cinese non ha permesso a Zhang Yimou di raccontare la morte della bambina e quindi è stato eliminato questo aspetto dai dialoghi. Ma detto o non detto, che sia morta mi sembra più che evidente sia dalle azioni di Zhang.

one second: una scena de film

Questi sono gli aspetti che a mio avviso non lasciano dubbi sul destino della figlia:

  • Se la figlia fosse viva, Zhang non rischierebbe la vita o un aumento della pena per vedere un secondo di video: semmai cercherebbe di vedere la figlia in carne ed ossa, piuttosto da lontano se proprio lei non vuole parlargli, sarebbe comunque meglio che vederla in un video in bianco e nero.
  • Quando finalmente vede il film, vediamo Fan sorridente che si aspetta di vedere Zhang anche lui felice di averla finalmente vista. Invece Zhang si volta con il volto rigato di lacrime in preda al più totale sconforto. Il suo non è lo sguardo di qualcuno che rivede dopo anni un volto caro: è lo sguardo di chi sa che quella è l’ultima volta che lo vedrà. Ed è per questo che è così importante per lui far durare quel secondo più a lungo possibile.
  • Sempre in questa scena, parlando con Fan, Zhang dice: “Perché lei? Perché i giovani devono competere con gli adulti?” (non ricordo le parole esatte, ma il senso era quello). Questa frase criptica verrebbe spiegata perfettamente con la teoria della morte sul lavoro.
  • Nel cinema, Liu affronta Zhang per avere spaventato il fratellino. Quando lui le fa vedere la figlia, lei per sminuire il momento gli risponde “Quel sacco non l’ha mica schiacciata“. Questa battuta fa infuriare Zhang che getta a terra Liu con un calcio con una cattiveria che non ha mai dimostrato prima. Se la figlia fosse morta investita si comprenderebbe questo scatto d’ira.
  • Se la figlia fosse viva, una volta rilasciato, Zhang andrebbe da lei e non certo a cercarne solo un frammento nel deserto.

Non so se investita dal camion o in altro modo, ma che la ragazza sia morta per me non c’è alcun dubbio. Voi cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti.

Published By: Marco Frassinelli

Nonostante il suo lavoro di tutti i giorni sia legato alla telefonia e all'energia (www.grupporestart.it), Marco Frassinelli si occupa da anni di arte, cultura e intrattenimento, sia come blogger che come organizzatore di eventi. Ha collaborato all'organizzazione di decine di manifestazioni: Albissola Comics, Asylum Fantastic Fest, Video Festival Città di Imperia, Festival di Folklore e Cultura Horror AutunnoNero, Mostriamo il Cinema, Albenga Dreams, Fiera del Libro di Imperia... È direttore di Proxima no-profit, vice presidente del Cineforum Imperia e membro del consiglio direttivo di Ludo Ergo Sum - Tana dei Goblin Imperia e Comics & Art. Ha lavorato come blogger per Blogosfere (PianetaFumetto) e ha pubblicato su diverse riviste (L'Eco della Riviera, Tenebre", Fumo di China, Dylandogofili). Ha curato per Proxima l'editing dei libri "Sina. Je m'en fiche!" e "Io alla finestra della vita" ed è co-autore dei libri "Gibba e 'Lele' Luzzati" sul cinema d'animazione e "Sei nel West, Amigo!" sul cinema spaghetti western. È autore di articoli pubblicati su "Novissimo Zibaldino del Festival” (Mellophonium) e "L'arte del doppiaggio” (Felici Editori) e di fotografie pubblicate sul fotolibro “Gallieno Ferri – Photobook” (Forum ZTN). Ama viaggiare (è coordinatore Avventure nel mondo) e creare fotolibri dei suoi viaggi. Nel 2013 crea il sito ilblogger.it dove scrive principalmente di cinema e fumetti.