È morto a Roma all’età di 94 anni il regista Sergio Sollima, conosciuto soprattutto per Sandokan e per i suoi film western e noir. Era padre del regista Stefano Sollima (ACAB – All Cops Are Bastards, Romanzo criminale – La serie e Gomorra – La serie).
Aveva iniziato la carriera come critico cinematografico, per poi lavorare in teatro negli ’50. In quegli stessi anni si avvicina al cinema collaborando come sceneggiatore alla stesura di diversi film: Persiane chiuse (1951) di Luigi Comencini, Tripoli, bel suol d’amore (1954) di Ferruccio Cerio, Ricordati di Napoli (1958) di Pino Mercanti, Carosello di canzoni (1958) e Il mondo dei miracoli (1959) di Luigi Capuano.
Nei primissimi anni ’60 sono sempre più numerosi i film a cui è chiamato a collaborare, soprattutto di genere Peplum: I Teddy boys della canzone (1960), Ursus (1961), Goliath contro i giganti (1961), Il segreto dello sparviero nero (1961), Una spada nell’ombra (1961), La furia di Ercole (1962), Maciste contro lo sceicco (1962), Ursus, il gladiatore ribelle (1962), I dieci gladiatori (1963), Il trionfo dei dieci gladiatori (1964), Gli invincibili dieci gladiatori (1964).
Nel frattempo nel 1962 esordisce dietro la macchina da presa dirigendo uno dei segmenti del film in quattro parti L’amore difficile con Enrico Maria Salerno, Claudia Mori e Catherine Spaak. Dirige quindi una serie di film d’azione per il mercato internazionale: Agente 3S3: Passaporto per l’inferno (1965), Agente 3S3, massacro al sole (1966) e Requiem per un agente segreto (1966).
A metà degli anni ’60 entra nella storia del cinema western italianio con tre film: La resa dei conti (1966), Faccia a faccia (1967) e Corri uomo corri (1968). Cuchillo Sanchez, interpretato da Tomas Milian, diventerà uno dei personaggi più amati dello spaghetti-western.
I primi anni ’70 sono invece contrassegnati dalla thriller e dal noir: Città violenta (1970) con Charles Bronson, Il diavolo nel cervello (1972) con Stefania Sandrelli e Keir Dullea, Revolver (1973) con Oliver Reed e Fabio Testi.
La seconda metà degli anni ’70 è invece tutta dedicata a Sandokan. Lo straordinario successo dello sceneggiato televisivo interpretato da Kabir Bedi, tratto dai romanzi di Emilio Salgari, portò Sollima a realizzare anche due film cinematografici con lo stesso attore: Il corsaro nero (1976) e La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa! (1977).
Gli anni ’80 segnarono però il declino di Sergio Sollima che lascia la carriera cinematografica per dedicarsi alla televisione: I ragazzi di celluloide (1981) e I ragazzi di celluloide 2 (1984), Uomo contro uomo (1987),
Il “canto del cigno” avviene nel 1993 quando torna al cinema, dopo oltre 15 anni, dirigendo per il mercato tedesco il film Berlin ’39. Nel cast gli attori americani Ken Marshall (Krull) e John Savage (Il cacciatore).
Chiude definitivamente la carriera tornando a dirigere Kabir Bedi nel quarto capitolo della saga di Sandokan (il terzo, Il ritorno di Sandokan era stato diretto da Enzo G. Castellari): Il figlio di Sandokan.