In occasione di Lucca Comics & Games 2018 vedrà la luce il numero 1 di una nuovissima serie di Cronaca di Topolinia, la casa editrice diretta da Salvatore Taormina. Si tratta di Planet Dead – Contagio!, un intrigante horror pieno di azione e di zombie che ha già avuto un episodio pilota pubblicato su Cronaca Comics n° 16 e ha avuto un’anteprima in occasione di Torino Comics. Il fumetto è stato ideato e realizzato dalle sapienti mani dello sceneggiatore Stefano Bzi e del disegnatore Luciano Costarelli. Ma andiamo a conoscerlo un po’ meglio.
Trama
Siamo nel 2026 e gli zombie sono comparsi sulla Terra: dopo un primo momento di confusione le grandi potenze hanno creato un cordone sanitario attorno all’epicentro africano dell’epidemia. Le conseguenze, però, hanno portato l’umanità sull’orlo del conflitto mondiale e manca solo una scintilla per far esplodere una nuova devastante guerra. Quando in un porto del sud dell’Europa vengono scoperti i piani per un attentato terroristico che coinvolge proprio orde di non morti la situazione sembra precipitare. Solo Luca Lavieri, un disilluso giornalista d’assalto, deciderà di non credere alle versioni ufficiali e dovrà vedersela con agenzie governative, mercenari e avventurieri di ogni risma cercando di sventare un complotto che rischia di condurre il mondo nell’apocalisse Zombie. Questi i presupposti della serie i cui Autori che hanno accettato di rispondere a qualche nostra domanda.
Umberto Sisia: Buongiorno Stefano e Luciano e grazie per avere accettato questa chiacchierata. Iniziamo subito: vi vorreste presentare brevemente a beneficio di coloro che ancora non vi conoscessero?
Luciano Costarelli: Ciao, mi chiamo Luciano Costarelli e sono un disegnatore di fumetti. Benché abbia cominciato presto, a 18 anni, su Dime Press, per poi approdare due anni dopo in edicola con piccoli editori, per molti anni ho fatto tutt’altro assecondando la ridicola necessità di mangiare tutti i giorni, accedere a un mutuo, insomma… quelle cose lì. Ora che devo mettermi a dieta e ormai il mutuo me l’hanno concesso, ho pensato di tornare sui miei passi e ricominciare a fare quello che amo davvero.
Stefano Bzi: Ciao, io invece sono Stefano Bzi, lo sceneggiatore di Planet Dead. Nei tardi anni ’90 scrivevo fumetti su alcune fanzine di dubbio successo, a cui sono poi seguite collaborazioni con Fumo di China, il Corriere della Fantascienza e con l’Annuario del Fumetto. Nel 2015 sono tornato al primo amore: ho seguito il corso di Sceneggiatura di Laura Scarpa e ho esordito con due storie brevi per i volumi Holmes & Lovecraft e Giganti d’Acciaio editi da Cagliostro E-Press. In seguito ho collaborato con la rivista Ronin, con l’editore Becco Giallo e ora eccomi approdato nella grande famiglia di Cronaca di Topolinia.
US: Siamo qui per parlare soprattutto della vostra ultima fatica, ma sarebbe il caso di fare prima un paio di passi indietro: quali sono state le letture (fumettistiche e non) che vi hanno soprattutto influenzati, costruendo in qualche modo il vostro immaginario? Mi pare di intuire che in qualche modo possa entrarci qualcosa anche il filone zombie…
LC: Il mio immaginario visivo è un guazzabuglio che parte dai classici come Milton Caniff e arriva fino a Gianluca Lerici. Come influenze dirette sono più legato al realismo umanizzato dei maestri americani come Joe Kubert e al fumetto impressionista in generale. Sul versante Horror, mi sono appassionato al genere negli anni ‘80 per cui ho una certa predisposizione alle scene splatter. Sul genere Zombie, l’imprinting è quello di Romero, mentre The Walking Dead mi ha colpito per aspetti più legati alle dinamiche sui personaggi, vivi o non-morti che siano.
SB: Il mio background narrativo è sicuramente sintesi di quell’immaginario pop, figlio degli anni ’80 e ’90. Per quanto riguarda il fumetto sono cresciuto con quello popolare italiano Bonelli e con i supereroi Marvel, ho visto l’arrivo dei manga in Italia e, una volta cresciuto, ho iniziato ad amare le historietas argentine e il fumetto avventuroso francese. Come sceneggiatore amo molto gli autori italiani e ritengo la sceneggiatura di Memorie dall’invisibile di Tiziano Sclavi un capolavoro a sé stante. Il più grande a mio avviso resta comunque Jean Van Hamme. Il sottogenere zombie, invece, rappresenta per me un grande amore. Ritengo il non morto di romeriana memoria una allegoria fenomenale per descrivere i tempi e le dinamiche sociali che viviamo. Per questo amo molto Romero e meno The Walking Dead, che rimane comunque insuperato per quanto riguarda l’approfondimento dell’interazione tra i sopravvissuti.
US: Come è nata l’idea di Planet Dead e come è partita la realizzazione vera e propria del fumetto?
LC: Quando Stefano Bzi si era proposto come sceneggiatore a Cronaca di Topolinia, Daniela Zaccagnino gli aveva detto di guardare cosa ancora non c’era tra le produzioni della casa editrice e lui ha notato che mancava un horror. Mi ha proposto di disegnare Planet Dead, visto che c’era da un po’ l’idea di fare qualcosa insieme. Se dal punto di vista della storia è stato un “buona la prima”, si è faticato un po’ di più sui personaggi, soprattutto Luca, che è molto diverso dai primi bozzetti e che, grazie ai suggerimenti di Daniela, ha ottenuto un impatto e una riconoscibilità maggiore.
SB: Come dice Luciano, Daniela Zaccagnino di fronte alla mia richiesta di collaborare con CdT mi invitò a guardare il catalogo dell’editore e a proporre qualcosa che mancava. Ho quindi provato a lavorare su una mini serie horror, che avesse però la struttura della spy story. Da un po’ di tempo mi ronzava in testa un’idea, ovvero: se fosse dilagato un virus in grado di riportare in vita degli zombie, siamo sicuri che si sarebbe scatenata l’apocalisse? E se così non fosse, come entrerebbe questo fatto nei conti delle grandi potenze internazionali? Ecco: da questa idea nasce Planet Dead.
US: Una domanda specifica per Stefano, in quanto sceneggiatore. Quali legami ha Planet Dead con il resto del panorama legato agli zombie? Come hai pensato di ovviare al problema della banalità, cercando di inserire elementi di originalità in un sottogenere decisamente difficile?
SB: Beh, io amo visceralmente questo sottogenere, non mi stancherò mai di ripeterlo. Il legame di Planet Dead di conseguenza è profondo: negli anni ho letto libri, fumetti, visto film, sull’argomento e oggettivamente questi sono diventati parte del mio immaginario. Con Planet Dead noi proviamo a non dare per scontata l’Apocalisse e a chiederci come potrebbe essere la convivenza tra l’umanità e un flagello di questo tipo, pur circoscritto solo ad un’area del pianeta (in questo caso il continente africano). Con Luciano pensiamo che Planet Dead, pur restando nel solco del fumetto d’avventura, abbia una sua originalità pur inserito in un panorama affollato. Poi la conferma, o meno, ce la daranno i lettori.
US: Raccontateci un po’ quelli che secondo voi sono i punti forti della storia. Ciò per cui un qualsiasi lettore potrebbe essere invogliato a leggere la vostra opera. In particolar modo, ritengo interessante l’ambientazione…
LC: Esatto, l’ambientazione si discosta da tutto quanto si è visto finora perché si svolge in Italia: parte da Genova, si sposta a Milano, anche se ci sarà una parte ambientata in Africa. Un’altra cosa rilevante di questo progetto è che ha due chiavi di lettura: è un fumetto che potremmo definire spy story horror, con un ritmo sostenuto, con molta azione, e si può leggere benissimo solo in questo modo, ma al tempo stesso possiede seconda chiave di lettura che necessita di un approccio, per così dire, metaforico. Ci sono indizi disseminati in tutto il fumetto e la cosa bella è che alcuni sono funzionali alla prima chiave di lettura, altri alla seconda e qualcuno ad entrambe.
SB: Concordo con Luciano. L’ambientazione italiana, caratterizzante i primi due episodi, ha una sua specificità. Poi il tentativo di dare più chiavi di lettura, non scontate, al fumetto credo possa risultare interessante: parliamo del futuro e di epidemie zombie, ma alla fine proviamo a parlare anche del nostro presente e della nostra società. Comunque, al di là di ogni considerazione, speriamo che Planet Dead risulti un godibile fumetto d’avventura.
US: Entrambi avevate già collaborato insieme ad alcuni progetti, per quanto – mi pare – finora non sullo stesso episodio. Come vi siete trovati a interagire su quest’opera e quali sono state le relazioni con l’editore e il resto della crew di “Cronaca di Topolinia”?
LC: Non è del tutto esatto, abbiamo fatto insieme un episodio di Incrociatore Stellare E. Salgari, ci siamo conosciuti lì. Visto che a entrambi piaceva il lavoro dell’altro, abbiamo cercato di fare ancora qualcosa insieme. Io ero già in CdT da un annetto quindi ben amalgamato con gli altri autori, quando si è presentato Stefano, che fin dalle prove è stato notato dalla supervisore: le sue sceneggiature hanno passato la revisione senza alcuna modifica. Ho saputo che è una cosa che capita piuttosto di rado.
SB: Luciano è un grande professionista. Come ha già detto, avevamo già collaborato assieme, situazione dopo la quale avevamo deciso di fare ancora qualcosa insieme. Planet Dead è stata un’occasione perfetta e credo che il risultato sia positivo. È poco più di un anno che sono entrato nella squadra di CdT dove sono stato accolto con calore. In particolare il rapporto con Daniela Zaccagnino è molto positivo: lei ha una grande esperienza ed è in grado di dare le indicazioni giuste al momento giusto per conferire stabilità ad un progetto. Anzi, colgo l’occasione per invitare i lettori a dare un’occhiata al suo blog, “Cronaca da Supervisor” (danielazac.wordpress.com) dove dispensa consigli agli aspiranti sceneggiatori. La casa editrice è una realtà solida e in crescita, diretta con passione dal Tao e in cui il gruppo di autori è di grande livello. Personalmente non potevo chiedere di più.
US: Una domanda specifica per Luciano: come maestro del realismo narrativo, con un bianco e nero morbido e al contempo deciso, come ti sei trovato a realizzare questa storia di zombie? Quali tecniche hai privilegiato e come le hai messe in pratica operativamente. Hai lavorato in digitale, in maniera tradizionale, o in modo misto?
LC: Inizialmente il progetto doveva essere a colori, quindi pensavo che l’avrei realizzato nel mio stile consueto. Ma è successo che, mentre non trovavamo ancora il colorista giusto per trasmettere l’atmosfera che avevamo in mente, è stato realizzato il consueto episodio pilota in bianco e nero per la rivista a fumetti Cronaca Comics. Dovete sapere che ogni serie di CdT, viene presentata su questa rivista con una storia breve: se riceve il gradimento dei lettori, diventa una serie, altrimenti finisce tutto lì. Essendo Cronaca Comics stampata su dell’ottima carta patinata, ho pensato che sarebbe stato bello usare le mezzetinte e sperimentare un po’. Questo stile è piaciuto subito a tutti per cui abbiamo deciso di utilizzarlo anche nella serie regolare. Planet Dead è realizzata in modo tradizionale su tavole formato A3; le mezzetinte sono fatte con china diluita con acqua, acrilico e tempera bianca mischiata alla china nera. Poi c’è un po’ di post-produzione digitale, tipo le gocce della pioggia in alcune scene, sia perché me la facevo sotto a rischiare di rovinare la tavola ormai finita, sia perché non avevo un inchiostro bianco abbastanza coprente da poter stendere in tratti molto fini. Ho pensato anche di utilizzare un acetato, come nei cartoni animati, ma venivano dei difetti in scansione.
US: Qual è il personaggio del vostro fumetto che preferite o con il quale vi identificate di più?
LC: Sicuramente il cronista della TF1 presente nel prequel, giacché gli ho attribuito le mie fattezze. Nel numero uno ho ritratto diversi amici che poi vengono elencati nei titoli di coda, altra particolarità dell’albo.
SB: Al di là degli “inside joke” che potete trovare nell’albo, ti direi che il personaggio che più mi affascina è quello di Sara Vanzella, il capitano delle forze di sicurezza che fa da comprimario al nostro protagonista. Il personaggio cambierà parecchio nel corso della miniserie… Seguiteci e ne saprete di più!
US: Per Stefano: ci sono alcune scene che hai inserito pensando specificamente allo stile di Luciano? Se sì ce ne vuoi citare qualcuna spiegando come le avete elaborate insieme?
SB: Luciano ha uno stile molto plastico e un retroterra cultural-fumettistico, almeno in parte, simile al mio. Quindi si, spesso scrivo le scene pensando a come le potrebbe interpretare, magari indicando uno stile particolare (“dai Luciano, facciamo una scena alla Jack Kirby!”). Nel primo albo di Planet Dead godetevi il primo zombie a cui facciamo saltare le cervella: una gioia per gli occhi.
US: E per finire, una domanda un po’ marzulliana, ma sempre efficace. Fatevi una domanda e datevi una risposta…
LC: Per molti anni hai lavorato in altri settori più remunerativi e socialmente accettati come il licensing. È stata davvero una buona idea mollare tutto solo per tornare a fare il fumettaro?
“Ma certo! Ora però sbrighiamoci che mi stanno chiamando gli avvocati di mia moglie”.
SB: Ste, quali sono i tuoi progetti futuri?
Fare una grande Lucca, vendere tante copie di “Planet Dead” e diventare miliardario grazie al film che ne verrà tratto da una Mayor americana (che dici è un po’ troppo?)
US: Planet Dead sarà presentato in occasione di Lucca Comics & Games 2018: dateci alcune informazioni più precise e dettagliate in merito.
LC: Saremo presenti al Padiglione Napoleone, stand 101 (come la carica dei 101). Io vivrò praticamente lì per tutta la fiera e mi troverete a fare sketch sugli albi. I primi 100 avranno sull’albo un timbro e una figurina omaggio che rappresenta la copertina, quindi vi consiglio di passare presto, che poi finiscono. Ci saranno anche le blank cover, molto apprezzate dai collezionisti, che posso fare in bianco e nero o a colori con un piccolo sovrapprezzo. Invece per la versione regular è sempre compreso in omaggio un mio sketch con dedica che farò all’interno dell’albo.
SB: Che aggiungere? Venite a trovarci allo stand dove, tra l’altro, saranno applicati dei maxi sconti fiera con cui acquistare, oltre a Planet Dead, gli altri albi dell’editore. Un consiglio da appassionato: nel nuovo formato brossurato, che caratterizza Planet Dead a Lucca troverete anche Nyx di Franceschini e Squadrito, un peplum fantascientifico davvero interessante. Fossi in voi lo prenderei in coppia con Planet Dead.
US: Ultima, ma sicuramente decisiva: quali saranno le modalità per mezzo delle quali reperire poi il fumetto e con quali tempistiche usciranno poi i numeri successivi?
LC: Il fumetto si troverà alle fiere del fumetto in cui è presente Cronaca di Topolinia, le prossime confermate dopo Lucca sono Reggio Emilia a dicembre, Novegro a febbraio e Cartoomics a marzo. Si può comprare online sul sito dell’editore e si troverà alle fumetterie servite dal distributore Manicomix. Poi si stanno vedendo altre modalità per raggiungere più lettori. Il numero due, che è già in lavorazione ed è pure meglio del primo, uscirà al Festival del Fumetto di Novegro il 2 e 3 febbraio, evento per cui stiamo organizzando qualcosa di speciale.
SB: Anche in questo caso, nulla da aggiungere! Grazie a voi per lo spazio che ci avete concesso.