Il concerto più attesto del Knotfest meets Hellfest 2019, non poteva che essere quello del gruppo organizzatore: gli Slipknot.
Fondati nel 1995 negli Stati Uniti (con una formazione quasi totalmente diversa da quella attuale), gli Slipknot arrivarono al successo nel 1999 con l’album Slipknot.
La prima decade degli anni duemila vede l’uscita di tre album, Iowa, Vol. 3: (The Subliminal Verses) e All Hope Is Gone, numerosi tour e la drammatica morte, per overdose, del bassista Paul Gray, che insieme al percussionista Shawn Crahan era uno dei fondatori ancora attivi nel gruppo.
Negli anni successivi faranno uscire .5: The Gray Chapter (2014) e We Are Not Your Kind (2019), cambiando prima il bassista e poi il batterista.
Il gruppo attualmente è composto da (in ordine di ingresso nella band): Shawn Crahan – percussioni, cori (unico membro fondatore), Craig Jones – campionatore, tastiera, Mick Thomson – chitarra, Corey Taylor – voce, Sid Wilson – giradischi, Jim Root – chitarra, Alessandro Venturella – basso, Jay Weinberg – batteria.
Ammetto di non essere un fan sfegatato degli Slipknot, preferendo altri generi musicali rispetto alle sonorità da loro proposte. Nonostante questo, ho apprezzato molto la loro grande presenza scenica, la splendida scenografica e, in generale, tutto il lato spettacolare della loro esibizione. Come al solito, ogni componente ha indossato una maschera differente, rendendo il concerto ancora più dark e ipnotico.
Il concerto è stato molto intenso con una ricca line-up: People = Shit; (sic); Get This; Unsainted; Disasterpiece; Before I Forget; The Heretic Anthem; Psychosocial; The Devil In I; Prosthetics; Vermilion; Custer; Sulfur; All Out Life; Duality; Spit It Out; Surfacing.
Qui sotto potete trovare un breve video con alcuni dei momenti salienti del concerto.