Ieri, sabato 27 maggio 2023, si è svolta la giornata conclusiva del Festival di Cannes 2023. Io c’ero ed ecco come è andata.
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Arrivo a Cannes poco prima delle 10.00. Essendo l’ultimo giorno c’è molta meno gente e trovo facilmente un posteggio a meno di 10 minuti dal Palais des festivals.
Per prima cosa ritiro il badge e faccio due passi sulla Promenade de la Croisette in attesa che arrivi l’ora del mio primo film della giornata.
Verso le 11.00 entro nel celebre Palais des Festivals (quello del tappeto rosso per intenderci), struttura gigantesca di ben 35.000 m² complessivi e 18 auditorium.
Salgo al quinto piano e, dopo un po’ di fila entro nella Salle Buñuel per assistere a La Passion de Dodin Bouffant.
La Passion de Dodin Bouffant
Il film è diretto dal regista vietnamita Trần Anh Hùng, famoso per Il profumo della papaya verde (nominato all’Oscar come miglior film straniero) e Cyclo (Leone d’oro al Festival di Venezia), e racconta della relazione, lavorativa e non, tra la cuoca Eugénie e Dodin Bouffant, il famoso gastronomo per il quale lavora nella Francia del 1885.
Protagonisti sono i bravissimi Juliette Binoche e Benoît Magimel, in passato coppia anche nella vita e che qui tornano per la prima volta a recitare insieme dopo oltre 20 anni da I figli del secolo.
Il film ha vinto il premio per la Miglior regia e Trần Anh Hùng è stato straordinario nel mostrare i favolosi piatti che uscivano dalla cucina di Eugénie e Dodin, aiutato anche dalla bellissima fotografia di Jonathan Ricquebourg.
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Esco dal cinema, l’ora di pranzo è già passata da un po’ e dopo 134 minuti di piatti di alta cucina in bella mostra la prima cosa a cui penso è mangiare un boccone.
Scelgo una boulangerie e ordino un toast al salmone, una sorta di piccolo calzone e una fetta di flan, il mio dolce francese preferito.
Placato lo stomaco, si torna a pensare al Festival. Mi aspettano 20 minuti di autobus per lasciare il centro e trasferirmi, grazie ad una navetta gratuita, al quartiere La Bocca con il suo futuristico Cineum Cannes.
In questa specie di iceberg sono vi sono 12 sale cinematografiche iper moderne con tutti i comfort possibili. Io vi devo vedere ben due film di seguito nella splendida sala Imax: una sala da 500 posti, con uno schermo gigantesco da 26 metri di diagonale, poltrone (vere poltrone in pelle) motorizzate reclinabili, suono a 12 canali e proiezione imax al laser. Non c’è male direi.
Hypnotic
Robert Rodriguez è il regista della saga Spy Kids, ma anche di tutta una serie di film violenti e d’azione quali Desperado, Dal tramonto all’alba, Sin City e Machete.
Articolo da recuperare: Dal tramonto all’alba: la recensione
Hypnotic esce da questo schema partendo come un thriller poliziesco dove il detective Danny Rourke, la cui figlia è stata rapita anni fa, indaga su Lev Dellrayne, rapinatore di banca che sembra essere in qualche modo collegato al rapimento.
Ben presto però la pellicola cambia strada inserendo via via elementi fantascientifici nella vicenda in un mix tra Inception, X-Men e Man in Black.
Il cast è composto da Ben Affleck (Armageddon, Argo, Justice League), l’attrice brasiliana Alice Braga (City of God, Io sono leggenda) e William Fichtner (l’Alex Mahone di Prison Break).
Une nuit
Diretto e interpretato da Alex Luts, Une nuit racconta di cui sconosciuti che, dopo aver litigato per futili motivi su una metropolitana affollata, finiscono per passare una notte di follia insieme per le strade di Parigi, tra sesso occasionale, chiacchierate sulla vita e sull’amore, feste e incontri inaspettati.
Lui è interpretato a Alex Luts, lei invece da Karin Viard, attrice e sceneggiatrice nota per Polisse, La famiglia Bélier e Delicatessen.
Un film molto parlato dove i personaggi imparano a conoscersi e a tirare fuori quei sentimenti, quei dubbi e quelle paure che difficilmente riuscirebbero a confidare ai rispettivi partner nella vita di tutti giorni.
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Finita la “doppietta” di film all’IMAX riprendo l’autobus e torno sulla Croisette.
Sono già le 21.00 e provo a vedere se c’è ancora posto per la proiezione sulla spiaggia, l’unico film a ingresso libero e che quindi non si poteva prenotare.
Sono fortunato e riesco a prendere uno degli ultimissimi posti liberi.
So che queste due ore di film “in più” comporteranno il tornare a casa in piena notte, ma quanto è bello vedersi un film in spiaggia, comodo su una sdraio e con una bella copertina di pile a proteggerti dal freschetto della sera?
In viaggio con Alberto
Il film proiettato non era un film nuovo, ma era comunque l’anteprima mondiale della versione restaurata di In viaggio con Alberto, pellicola del 1990 di Arthur Joffé.
Il film inizia a Roma, dove Alberto vuole lasciare la famiglia per andare a vivere da solo. Il padre, prima di lasciarlo andare gli comunica che, dalla nascita a quel momento, ha speso per lui la somma di 30.250.000 lire e si aspetta che il figlio gliela restituisca prima di diventare padre a sua volta.
Passano 15 anni e Alberto, che sta per diventare padre l’indomani mattina, parte all’improvviso da Parigi, dove ora vive, per un improbabile viaggio in treno alla volta di Roma con la speranza di, in qualche modo, recuperare la somma in tempo e ricucire il rapporto con il padre.
La pellicola è recitata in italiano, francese e inglese (peccato che, contrariamente ai film in concorso, a questa proiezione non ci fossero sottotitoli) e il cast vedeva la presenza di attori quali Sergio Castellitto, Nino Manfredi, Marco Messeri, Jeanne Moreau, Dominique Pinon e Marie Trintignant.
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Finita la proiezione ho anche l’opportunità di incontrare il regista dell’opera Arthur Joffé e complimentarmi con lui per questo stranissimo e divertente film.
Si è fatto tardi ed è ora di tornare a casa. Mi fermo ancora per una cena veloce ad un ristorante indiano tra agnello al curry e pollo tandoori e quando esco riesco a vedere i fuochi d’artificio di chiusura della manifestazione.
Il modo migliore per concludere questo Festival di Cannes 2023 e la mia bella giornata a questa 76esima edizione.