Vincitore del premio per la miglior regia al Festival di Cannes 2023, La passion de Dodin Bouffant di Tran Ahn Hung è un bellissimo film a tema “culinario” con una non banale storia d’amore.
Trama
Eugénie, cuoca straordinaria, è al servizio del famoso gastronomo Dodin da 20 anni. Col passare del tempo è nata una relazione amorosa e grazie alla loro complicità riescono a dare vita a piatti uno più delizioso e raffinato dell’altro che arrivano a stupire i più grandi intenditori del mondo.
Eugénie è felice dell’equilibrio che si è venuto a creare tra di loro, mentre Dodin vorrebbe qualcosa di più: vorrebbe sposarla.
Cast
Eugénie è interpretata da Juliette Binoche: bravissima e bellissima nei suoi 59 anni portati benissimo. Dodin è invece interpretato da Benoit Magimel, attore noto per film quali La pianista e A testa alta.
Dal 1999 al 2003 i due attori erano stati legati sentimentalmente e dalla loro unione è nata anche una figlia. I due si erano conosciuti sul set di I figli del secolo e da allora non avevano più recitato assieme.
L’alchimia tra i due sullo schermo è perfetta e nessuno ruba la scena all’altro. Una storia d’amore “nell’autunno della vita” (espressione usata nel film da Dodin: “parla per te!” le risponde prontamente Eugenie) in un mix tra nostalgia, rimpianti, attrazione e rispetto.
Regia
Fresco vincitore del premio per la miglior regia, il film inizia con 40 minuti filati di pranzo dove il regista alterna il mostrarci la preparazione dei piatti in cucina e il loro servizio ai commensali. 40 minuti di camera a mano che segue ogni movimento, ogni pentola, ogni ingrediente per farci vedere come nasce ogni singolo grande piatto servito in tavola.
Poi piano piano, il cibo da soggetto diventa oggetto e in primo piano passano i personaggi, la relazione tra di loro, sentimenti, ambizioni, paure, dolori, aspettative.
Aiutato da una bellissima fotografia di Jonathan Ricquebourg, che sfrutta la luce e le ombre in modo molto curato, Tran Ahn Hung realizza un film che si prende i suoi tempi, che cresce piano piano ma senza sosta, dove semplicità non significa banalità: esattamente come cucinare il celebre Pot-au-feu, bollito tipico francese da cui il film prende il suo titolo internazionale The Pot-au-feu.
Commento
Liberamente tratto del romanzo La Vie et la passion de Dodin-Bouffant, gourmet (1924) di Marcel Rouff, quello di Tran Ahn Hung è un film molto elegante che è nel contempo una storia d’amore tra due personaggi e uno splendido affresco storico dell’epoca.
Se si ha uno stomaco è impossibile non sentire almeno un languorino vedendo questo film. Via via passano sullo schermo delle vere e proprie opere d’arte culinarie, anche perché la produzione della pellicola si è servita della consulenza dello chef Pierre Gagnaire, uno dei cuochi più famosi del mondo con ben 14 stelle Michelin.
E se si ha un cuore non si può non essere colpiti da questa bella storia d’amore basata sul rispetto del partner sia come persona che come collega. Tanti i dialoghi tra i due, tra citazioni e domande esistenziali (“Se dovessi avermi solo come moglie o solo come cuoca, cosa sceglieresti?” chiede Eugenie), che rendono questa pellicola qualcosa di toccante senza mai cadere nella ricerca della lacrima o dell’emozione forte.