Pop / Ordo Templi: recensione del flipbook di Fabiano Ambu e Alessandro Bocci

Esaminiamo quest’oggi un altro prodotto fra i più degni di nota fra quelli usciti nel corso dell’ultima edizione di Lucca Comics and Games. Si tratta di un volumetto in edizione limitata elaborato da Artists Alley 2 di Fabiano Ambu e Alessandro Bocci in funzione di anteprima per quelle che si auspica saranno due future serie.

Chi scrive al momento non è a conoscenza del fatto se le suddette serie saranno ancora autoprodotte oppure edite da qualche casa editrice nello specifico, ma pare ovvio pensare che – complice il buon successo riscontrato dall’opera – una giusta prosecuzione in qualche forma comunque vi sarà. Un’altra particolarità della preview è la sua natura editoriale: si tratta cioè di un flip book nel quale da un lato vi è una storia scritta e disegnata da Fabiano Ambu, con la sceneggiatura di Claudio Zen, Pop – Storia di un marinaio; dall’altro lato, rivoltando il fascicolo, vi è invece la serie di Alessandro Bocci colorata da Rosa Puglisi dal titolo Ordo Templi.
Due anteprime assolutamente diversissime e particolari sulle quali sarà bene spendere alcune parole.

Iniziamo da Pop: il presupposto è semplice ed insieme geniale. Che fine ha fatto uno dei personaggi più importanti ed insieme più positivi, entusiastici, ottimistici dell’intero comicdom, Popeye il Marinaio, che sembra ormai essere sparito dalla circolazione, se non misconosciuto?
Se riflettiamo, in effetti, dopo l’epoca d’oro di Segar e il boom dei cartoni animati, il parziale e sporadico successo del film cinematografico e – qui in Italia – la diffusione notevole della versione Bianconi, trascorso il periodo boom della sua fama, il buon Braccio di Ferro – come lo conosciamo noi – non ha mai goduto di una straordinaria fortuna presso le enormi masse del pubblico, né di revival di vaglia come pure è capitato ad altri personaggi famosi dei fumetti.
Ambu e Zen rispondono a questa domanda con uno sguardo insieme affettuoso e disincantato, a tratti addirittura cinico. Popeye è diventato realistico: è venuto a contatto con le varie brutture del mondo, pare essere cresciuto, sicuramente cambiato e non certo nel migliore dei modi. Vive insieme a un giovane ribelle e turbolento (Pisellino?) che pare promettere decisamente fuoco e fiamme della propria passata fortuna in una Venezia decisamente turbolenta dei giorni nostri (scontri e tafferugli fra manifestanti e forze dell’ordine paiono essere all’ordine del giorno), ove ha conosciuto altre vecchie glorie come Corto Maltese e trascorre le giornate fra spettacoli di piazza e bevute. Con un oscuro, sanguinoso e tragico segreto a gravargli sulle spalle….

Sicuramente fra le due anteprime è quella che mi ha conquistato di più: a livello grafico Ambu allarga le proprie inquadrature più consuete e utilizza dei colori decisamente accattivanti che, fondendosi con il suo tratteggio accurato, marcano decisamente in modo appassionato e accorato questa storia di ritorni e malinconie. Senza contare che il finale in sospeso sarà pure uno stratagemma abusato per mantenere viva l’attenzione e la curiosità, ma – non c’è nulla da fare – funziona sempre e non fallisce praticamente mai. Se la storia è bella ovviamente, e questa pare proprio esserlo.

L’altra preview, quella di Alessandro Bocci, la posso invece introdurre anticipando un’annotazione che in sé è neutra, ma reca anche qualche sintomo di criticità: dopo due letture devo ancora del tutto capire. Anzi, devo ancora capire parecchio. La forza dei disegni di Bocci è sempre innegabile, in quanto – si sa – è uno dei migliori autori che abbiamo a disposizione in Italia. Sia che ci proponga, come capita qui, tavole a matita estremamente dettagliate e rifinite, sia che si dia alla piena potenza del colore con l’aiuto ai pennelli di Rosa Puglisi, produce in ogni caso un risultato straordinario e che dimostra per l’ennesima volta la sua grandissima verve grafica ed immaginativa. Si vedano le tavole ricche di astronavi presenti nel numero, quella con l'”Angelo”, quelle con i cavalieri templari medievali, quella con il “Templare” del futuro e penso che nessuno avrà il coraggio di obiettare alle mie parole.

Perché, si sarà capito ormai anche da questa sinteticissima presentazione, Ordo Templi è appunto una serie di fantascienza. E di fantascienza molto particolare stiamo parlando, nella fattispecie un mix di alieni, storia medievale, allusioni religiose e racconto apocalittico. Almeno credo, a quanto ho potuto decifrare e interpretare. Sì, perché per gran parte dell’anteprima la presentazione avviene in modo secondo me piuttosto oscuro, con una mescolanza di didascalie alcune tratte da passi biblici, altre da un monologo della Maddalena, altre ancora dal codice dai cavalieri e solo nelle ultimissime tavole tramite il dialogo di alcuni personaggi. Si percepisce un pochino l’inesperienza del disegnatore nell’ambito della sceneggiature a rendere pienamente chiaro il testo, anche se va detto che gran parte delle oscurità e delle asperità del medesimo sono sicuramente del tutto volute per incuriosire il futuro lettore ed invogliarlo a scoprire che cosa la serie ha in serbo per lui. E nondimeno, secondo me, un’oncia di chiarezza in più non avrebbe guastato. Tutto ruoterebbe comunque, a quanto pare, attorno ad un’ancestrale minaccia aliena che attanaglia in qualche modo anche la terra fin dall’epoca preistorica, contro la quale avrebbe lottato un altrettanto potente e minacciosa specie di altre creature che in qualche modo avrebbero lasciato in eredità all’umanità il loro retaggio attraverso i templari vecchi e nuovi. Nello specifico, con la collaborazione (?) della Chiesa cattolica, spiccherebbe fra i personaggi quella che sarà la protagonista, una ragazza destinata a diventare il nuovo templare difensore della specie umana, ovviamente armata di armi bianche e non, ma pure di corazza e innesti cibernetici di vario genere.

Sospetto di aver sbagliato molto e – confesso – credo proprio sia questo il limite attuale di Ordo Templi. Ma sono altrettanto sicuro che nella futura serie regolare “ciò che è celato sarà rivelato“, per parafrasare San Paolo (riferimento che – tra l’altro – cade a fagiolo, visto il tono molto biblicheggiante che la sceneggiatura ha e suppongo continuerà a possedere).

Il volumetto è arricchito dalla solita messe di introduzioni prestigiose: oltre quelle degli autori stessi, è presente in ispecie quella di Ade Capone, che in principio avrebbe dovuto essere coautore di Ordo Templi insieme a Bocci, ma che successivamente ha lasciato il lavoro integralmente al disegnatore toscano; sono presenti, inoltre, disegni preparatori e non (addirittura il Popeye di Ambu in epoca scolare e con le gambe a salsicciotto) e illustrazioni a tema. Vale quindi la pena seguire a tutti i costi cosa succederà a Pop e in Ordo Templi. Ho il presentimento che ne vedremo davvero delle belle.

Published By: Umberto Sisia

Umberto Sisia (nato nel dicembre 1975) è laureato in lettere classiche presso l’Università degli Studi di Genova. Fra un insegnamento e l’altro in numerosi istituti della provincia di Imperia è costantemente impegnato in onnivore esplorazioni di mondi letterari e fantastici. È appassionato e studioso dei racconti di Lovecraft e molti dei suoi saggi su questo autore sono stati accolti dalle pagine di Studi Lovecraftiani. In particolar modo è autore unico di un’analisi critica dal titolo "Agenti del Caos – Tre racconti di Lovecraft fra innovazione e tradizione", uscito sempre presso la Dagon Press e pubblicato da ilmiolibro.it. È ideatore e curatore del progetto "Lovecraft Black & White", l'artbook di illustrazioni inedite realizzate da disegnatori e illustratori italiani e dedicato all'universo dell'autore statunitense. È appassionato ed esperto in ambito fumettistico e proprio sul fumetto e sulla letteratura di genere ha pubblicato vari interventi critici su Weirdletter.it e su pianetafumetto.blogspot.it. È stato uno degli organizzatori dell'evento di fumetti Liguria in Wonderland ed è nello staff organizzativo di Albissola Comics.

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