Le vacanze di Natale sono spesso l’occasione per rivedere qualche film d’animazione Disney. Quest’anno è toccato a Rapunzel – L’intreccio della torre, pellicola del 2010 e 50esimo Classico Disney.
Sinossi
Antefatto: una anziana signora, Gothel, si mantiene giovane grazie ai poteri magici di un fiore dorato. Questo fino a quando il fiore viene portato dal re per salvare la regina, incinta, gravemente ammalata. La bimba, nata da lì a poco, ereditò all’interno dei suoi biondi capelli li stessi poteri magici del fiore. La “strega” [in questa versione Disney, senza poteri magici], allora, rapì la bimba e la rinchiuse su una alta torre segreta, così da rimanere sempre giovane. Presente: Rapunzel, con la sua folta chioma d’oro (se i capelli venissero taglianti perderebbero i loro poteri), vive ancora nella torre ignorando di essere la “principessa perduta”, quando un giorno, il ladro Flynn Rider si imbatte casualmente nel suo nascondiglio…
L’importanza di Rapunzel
La storia dei Classici Disney è stata sempre un’alternarsi di “periodi d’oro” e “periodi bui”. Dopo la morte di Walt Disney e l’uscita postuma del libro della giungla, iniziò quel lungo “medio evo” con pochissimi successi commerciali (Basil l’investigatopo, Le avventure di Bianca e Bernie e poco altro). Con La Sirenetta inizierà il periodo del “Rinascimento Disney” che passando da La bella e la bestia e Aladdin si concluderà con Il re leone nel 1994. Superata la coda del Rinascimento con titoli validi ma di successo calante rispetto a Il Re Leone (i vari Hercules, Mulan, Tarzan…), nel 2000 si entra in quello che è considerato “Il secondo medio evo Disney” costellato da numerosi flop (Lilo & Stitch è tra i pochi a salvarsi).
Arriviamo quindi agli anni della fusione con la Pixar e l’ingresso di John Lasseter a capo della divisione animazione. Siamo nel 2008 la Disney grazie a Bolt, torna sulla giusta strada con un grande successo commerciale (310 milioni di dollari). Con La Principessa e il ranocchio si torna all’animazione tradizionale: gli incassi sono inferiori a Bolt, ma il film è amato da pubblico e critica.
Lassater quindi decide di tornare definitivamente ad una formula classica in stile musical, con canzoni d’impatto, principesse e regni antichi. Nasce così Rapunzel, film che incasserà 600 milioni di dollari (all’epoca secondo solo a Il Re Leone) e darà il via all’era “Disney Revival” che raggiungerà i suoi picchi con Frozen – Il regno di ghiaccio, Frozen II – Il segreto di Arendelle e Zootropolis (ciascuno dei tre oltre il miliardo di dollari di incasso) e che dura tuttora.
Personaggi
Protagonista assoluto della pellicola è Rapunzel: principessa inconsapevole, è una adolescente piena di energia e curiosità, con occhioni dolcissimi e una solarità contagiosa. Parti del suo carattere saranno riprese da Anna di Frozen. Co-protagonista è Flynn Rider, classico ladro dal cuore tenero, si rivela sin da subito un bel personaggio e avrà modo di dimostrare il suo valore senza rubare la scena alla protagonista. Madre Gothel ricorda molto la matigna di Biancaneve, come lei ossessionata dalla bellezza, manipolatrice e senza scrupoli. Degli altri personaggi, a parte gli spassosissimi il camaleonte Pascal e il cavallo Maximus, non si possono non citare i clienti della taverna “Il bell’anatroccolo“: “Ho un sogno anch’io” è una delle canzoni più memorabili del film!
Produzione
Sebbene in italiano il film si intitoli Rapunzel, questo non è il titolo originale. Inizialmente, anche la versione americana si sarebbe dovuta così intitolare così, ma prima dell’uscita americana il titolo venne cambiato in Tangled (“aggrovigliato”, riferito a capelli), in una linea più “gender-neutral”, mantenuta nei film successivi (per lo stesso motivo anche il titolo di produzione Anna and the Snow Queen venne modificato in Frozen).
A dirigere la pellicola troviamo Nathan Greno e Byron Howard. Il primo aveva lavorava nella Disney dal 2003 come story artist (Koda, fratello orso, I Robinson – Una famiglia spaziale…) per poi esordire come regista con il cortometraggio Super Rhino, collegato a Bolt. Byron Howard lavorava alla Disney come animatore fin dal 1995 con Pocahontas: Bolt è stato il suo esordio come regista.
Ispirata molto liberamente alla celebre fiaba dei Fratelli Grimm, la sceneggiatura è stata scritta da Dan Fogelman, uno degli autori Pixar (aveva scritto Cars) passati alla Disney in seguito alla fusione (è autore anche di Bolt).
Commento
Film costruito per piacere a tutti, maschi e femmine, bimbi e genitori, è sicuramente una pellicola da recuperare nel caso non la aveste mai vista. Si approfondisce molto il tema del rapporto madre-figlia durante l’adolescenza, la crescita e la voglia di emancipazione. Rapunzel non è fisicamente prigioniera (potrebbe fuggire quando vuole): la sua costrizione è solamente psicologica, a causa di anni di lavaggio del cervello e insicurezze instillate dalla matrigna.
Bella anche la storia d’amore che cresce piano piano tra Rapunzel e Flynn: tra i momenti più memorabili, da un punto di vista visivo, sicuramente la scena sul lago: bellissima!
Attingendo a piene mani dalla tradizione Disney il rischio era di fare un qualcosa dal sapore “già visto”. Fortunatamente, tutti gli ingredienti si mescolano alla perfezione e il risultato è fresco e divertente. I due personaggi principali, sono sia classici, che totalmente moderni, buffi, scanzonati e divertenti.