Requiem For A Dream (2000, di Darren Aronofsky): La recensione

Requiem For A Dream: una scena tratta dal film

Requiem For A Dream è a mio parare il film più bello di Darren Aronosfky. Dopo il suo debutto con Pi Greco – Il teorema del delirio, Darren mi stupisce con questo capolavoro, non solo per la drammaticità della storia che è il suo punto forte, ma anche per tutto il resto.

La narrazione viene divisa in tre parti (in tre stagioni), Estate, Autunno e Inverno, che a loro volta corrispondono rispettivamente all’ascesa, al declino e alla caduta dei protagonisti. Il regista mostra la storia cruda di un personaggio e del suo problema con la droga: non è il classico film e scontato visto e rivisto nelle sale. Le inquadrature e lo stile sono unici e la fotografia molto cupa e grottesca. La musica di Clint Mansell racchiude tutta la depressione nella traccia “Requiem“; a parer mio, senza questa perla del compositore, il film non avrebbe reso appieno il suo significato.

Aronosfky riesce a stravolgere le classiche inquadrature del ragazzo che si droga, non facendo vedere né aghi né vene. Il regista usa immagini forti e innovative, superando sé stesso. Il montaggio è qualcosa di avvincente, meraviglioso, stupefacente, uno dei migliori che abbia mai visto in tutta la mia vita: un bel 10 e lode!

Ci sono due camei “hitchcockiani” all’interno del film: quello di strong>Hubert Selby Jr./span>, autore del soggetto e co-sceneggiatore, che appare nei panni di uno dei secondini che curano Tyrone, e quello dello stesso Darren Aronofsky che compare in veste di uno degli ospiti di Big Tim.

Un film da vedere, esaminare e ammirare per l’intensità e la qualità dell’opera. Dovessi definire questo film con una sola parola, direi: “SPAZIALE”.

Requiem For A Dream: Locandina

Published By: Giulio Siboni

Diplomato in "Immagine fotografica filmica e televisiva" perso l'Istituto D'Arte di Imperia, Giulio si occupa di Regia e sceneggiatura cinematografica. Ha frequentato per 2 anni un percorso formativo "Ipotesi cinema" di Ermanno Olmi a Bologna, e un altro corso con Silvano Agosti che gli ha pubblicato alcune sue fotografie sulla rivista "Micromega". Nato ad Albenga, riesce a girare il suo primo cortometraggio perso la "Sollentuna Fry Gynnasium" a Stoccolma. Il giovane riesce a farsi strada sul set di due spot a livello nazionale, il primo a Torino presso la "Vodafone" con "Flavio Insinna e Ilary Blasi" e poi a Milano presso Baseluna Film uno spot sull'uso coretto del 118. Siboni ha Lavora presso la "CF Film" di Milano come aiuto regista per il film "Ti si legge in faccia" di Andrea Castoldi e ha collaborato alla sceneggiatura di un docufiction "Anima spenta". Giulio, quando non è impegnato sui set cinematografici, collabora con aziende in qualità di cameraman e montatore.

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