Storie pazzesche dell’argentino Damiàn Szifron, prodotto da Pedro Almovar, è uno dei film più belli usciti negli ultimi tempi. Racconta sei storie completamente diverse accumunate dall’avere momenti bizzarri e assurdi, e con un briciolo di follia.
Fin dalle prime inquadrature si può notare uno stile di regia molto curato e fantasioso: ha conquistato il pubblico di Cannes e ha sfiorato la vittoria agli Oscar come miglior film straniero. Durante la visione non mancano colpi di scena e momenti che fanno riflettere sulla nostra vita, perché tutti noi abbiamo pensato di vendicarci, di uccidere qualcuno o di incolpare altre persone invece di assumerci le nostre responsabilità. Credo che la violenza di questo capolavoro argentino, possa piacere a Tarantino!< Lo stile del matrimonio sembra ispirarsi al film Reality di Matteo Garrone e sembra anche aver preso spunto da Una notte da leoni riguardo al nuovo stile delle commedie americane. La colonna sonora, composta e arrangiata da Gustavo Santaolalla, fa da contrappunto tragicomico alle vicende narrate: un’ottima scelta senza sfociare nel banale. L’episodio dell’uomo che cerca di scappare da un automobilista sembra un remake di Duel. Credo che tutti gli episodi si ispirino in qualche modo a grandi capolavori del cinema riadattati.
Storie pazzesche non parla solo dei personaggi e delle loro storie, ma tocca anche argomenti sociali e politici: pur non affrontandoli di petto, ci fa comunque riflettere sulla nostre vite e sulla società in cui viviamo. Questo film mi ricorda molto Un giorno di ordinaria follia, realizzato però in modo più violento e sottile. Consiglio a tutti questo capolavoro, perché verrete sicuramente catturati e toccati nel profondo da queste storie. Dovessi definire Storie pazzesche con una sola parola, direi: “ALLUCINANTE!”