Visitare Modena in un giorno + Acetaia Giusti (foto/video)

Modena vista dalla Ghirlandina

In occasione della fiera Modena Nerd 2021 (qui trovi il reportage), ho dedicato una giornata a visitare i principali luoghi di interesse di questo capoluogo emiliano. Vediamo come visitare Modena in un giorno.

Modena nella storia

Modena è una città antichissima, fondata nel 183 a.C. dai romani (ma probabilmente esisteva già all’epoca degli Etruschi) e diventata nei secoli uno dei principali centri urbani sulla via Emilia.

Nel Medio Evo è un importante avamposto del Regno Longobardo ai confini con l’impero Bizantino, mentre con l’avvio dell’Età Moderna la città entra a far parte del ducato d’Este, diventandone capitale nel 1598 al posto di Ferrara.

Verso la fine del XVIII secolo Modena è vittima delle spoliazione napoleoniche perdendo dipinti, libri, monete antiche, pietre preziose e disegni (si stima che furono spediti al Louvre oltre 1.300 disegni).

Alla sconfitta di Napoleone, nel 1815, viene ricostituito il ducato di Modena sotto la guida di Francesco IV d’Asburgo-Este. Il ritorno degli estensi non è gradito da tutti e in città scoppiano insurrezioni.

Nel 1859, a seguito della seconda guerra di indipendenza, la città si sottomette a Vittorio Emanuele II e al Regno d’Italia.

Stemma all'interno della Ghirlandina

Modena nel mondo

Oltre che per l’aceto balsamico, di cui parleremo ampliamente, la città di Modena è famosa per ospitare la sede di due tra le più importanti e prestigiose case automobilistiche del mondo: la Ferrari e la Maserati. Un’altra importante azienda legata alla città è Panini, storica casa editrice di figurine e fumetti.

Tra i personaggi famosi nati a Modena, possiamo ricordare, ad esempio: Enzo Ferrari, i cantanti lirici Luciano Pavarotti e Mirella Freni, il cantautore Francesco Guccini, il fumettista Silver (Guido Silvestri, creatore di Lupo Alberto), la cantante Caterina Caselli, il poeta Alessandro Tassoni (La Secchia rapita), il patriota Ciro Menotti (precursore del Risorgimento).

Centro storico di Modena

Avendo a disposizione per la visita della città una giornata scarsa, abbiamo dovuto concentrarci su solo alcuni dei siti più celebri.

Raggiungendo Modena, passiamo davanti al Cimitero di San Cataldo e scattiamo un paio di foto al Santuario della Madonna del Murazzo.

Arrivati in centro, iniziamo il nostro giro turistico dal Tempio Monumentale San Giuseppe, eretto negli anni ’20 in ricordo dei 7.237 modenesi caduti durante la Prima Guerra Mondiale.

Da lì imbocchiamo Corso Vittorio Emanuele II passando davanti alla Biblioteca dell’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti e al retro del Palazzo Ducale.

In Corso Camillo Benso Conte di Cavour entriamo nella piccola e graziosa Chiesa Di Santa Maria Degli Angeli Del Paradiso detta anche Chiesa Del Paradisino. La chiesa fu costruita nel 1596 e oggi è utilizzata dalla comunità cattolica di tradizione ucraina. Molto bello il soffitto ligneo a cassettoni del Seicento e i quadri seicenteschi di Ercole Dell’Abate, Giacinto Garofalini e Paolo dell’Abate.

Dopo pochi passi arriviamo di fronte alla settecentesca Chiesa di San Domenico dove facciamo una piacevole scoperta: siamo capitati in città proprio in occasione del Motor Valley Fest, evento automobilistico che racconta l’eccellenza dei brand nati in Emilia-Romagna. Per tutta Modena avremo modo di vedere una splendida mostra a cielo aperto di moto e auto di lusso di aziende quali Ferrari, Maserati, Ducati, Lamborghini, Pagani, Dallara ed Energica.

Nella limitrofa Piazza Roma, oltre alle splendide automobili sportive, ammiriamo in tutta la sua bellezza il Palazzo Ducale. Ex sede della Corte Estense, oggi ospita l’Accademia Militare di Modena.

Visitiamo la seicentesca Chiesa di San Giorgio e imbocchiamo Via Fonteraso per andare a scattare l’immancabile foto ricordo alla statua di Luciano Pavarotti posta accanto all’omonimo Teatro Comunale.

Percorriamo Corso Canalgrande, passiamo davanti alla barocca Chiesa di San Vincenzo per buttarci in Via Emilia, una delle strade più belle della città, tra negozi e palazzi antichi.

Arriviamo in Piazza Mazzini dove sorge il Tempio israelitico della Comunità ebraica di Modena.

Giriamo l’angolo e siamo in Piazza della Torre dove, alle spalle della statua dedicata al poeta modenese Alessandro Tassoni, si erge in tutti i suoi 86 metri di altezza la Ghirlandina, ossia il celebre campanile del Duomo di Modena. Alla base della Ghirlandina vi è il Sacrario dei Partigiani con le foto dei caduti della Resistenza.

Oltre la Torre si apre la Piazza Grande che, insieme con la Cattedrale e la Ghirlandina, costituisce per l’Unesco uno dei Patrimoni dell’Umanità. Ammirando la bellezza del luogo abbiamo trovato curioso che la piazza veda solo il retro del Duomo, il cui ingresso non dà, come ci si aspetterebbe, su Piazza Grande bensì su un’altra piazzetta più piccola.

Ci spostiamo quindi in Piazza Duomo per entrare nello splendido Duomo di Modena, chiamato più precisamente Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta e San Geminiano.

Costruito nel XII secolo su progetto dell’architetto Lanfranco, la facciata del Duomo vanta splendidi bassorilievi di Wiligelmo, principale maestro della scultura romanica in Italia, e sculture dei Maestri campionesi (ossia costruttori e scultori provenienti da Campione d’Italia).

Nell’interno a tre navate ci colpiscono il pontile decorato dei Campionesi, il pulpito centrale di Enrico da Campione, l’Altare delle Statuine (polittico in terracotta realizzato da Michele da Firenze), il Coro ligneo intarsiato del 1400 di Cristoforo e Lorenzo Canozi detti “da Lendinara“.

Nella bella cripta sono custodite le reliquie di San Geminiano, patrono della città. Lì ci ha incuriosito più di tutto il gruppo in terracotta policroma della Madonna della Pappa di Guido Mazzoni dove si può vedere, a destra di Maria, la cosiddetta “Suor Papina” che soffia sul cucchiaio della minestra prima di imboccare il Bambino.

Tornati all’esterno, visitiamo la Chiesa della Madonna del Voto, sorta nel 1634 per adempimento del Voto fatto dai modenesi alla Madonna della Ghiara affinché facesse cessare l’epidemia di peste del 1630. All’interno, oltre ai dipinti di Lodovico Lana, vi era una mostra temporanea di Schedoni, azienda artigiana modenese che da decenni realizza valigie per auto di lusso, selle e sedili. Inevitabile la commozione di fronte al rivestimento del sedile utilizzato da Michael Schumacher nella sua prima vittoria su Ferrari al GP in Spagna del 1996.

Tornati in Piazza Grande, dopo un breve pranzo a base di erbazzone e tigelle, affrontiamo la scalata dei 200 scalini circa per raggiungere la sommità della Ghirlandina: da qui si gode di una splendida vista su tutta Modena. Nella Sala della Secchia Rapita ci trova la riproduzione del famoso secchio raccontato dal Tassoni, ossia un semplice secchio di un pozzo di Bologna rubato dai modenesi come trofeo di guerra dopo la Battaglia di Zappolino.

Tornati “a terra”, scattiamo qualche altra foto alle auto e moto da corsa. Entrati nella bella Premiata Salumeria Giusti per comprare dell’aceto balsamico, scopriamo che da lì a mezz’ora inizierà una visita guidata gratuita dell’Acetaia Giusti che si trova a meno di 10 chilometri di distanza dal centro. Prenotiamo e ci dirigiamo subito al nostro mezzo.

Sulla strada del ritorno attraversiamo il bel Parco Giardino Ducale Estense, tra statue e laghetti.

Acetaia Giusti

Dopo un breve viaggio in macchina di circa 15 minuti raggiungiamo l’Acetaia Giusti, una delle acetaie più antiche di Modena, fondata addirittura nel 1605 e da allora sempre in attività sotto la stessa famiglia.

La visita guidata inizia con la spiegazione di come viene realizzato l’aceto balsamico DOP: partendo dal mosto cotto di uve provenienti da Modena e Reggio Emilia, il procedimento prevede una serie di “rincalzi e travasi” in una batteria di botti, di legni diversi e di dimensioni decrescenti. Da quando viene versato nelle botti il primo mosto a quando viene estratto il prodotto finale dalla botte più piccola passano almeno 12 anni per l’Aceto Balsamico Tradizionale e almeno 25 anni per Aceto Balsamico Tradizionale Extra vecchio.

Spostandoci alle altre stanze del museo scopriamo che la tradizione dell’aceto balsamico di Modena è molto antica e le principali famiglie modenesi mettevano in produzione una batteria di botti alla nascita di ogni figlio maschio (nel caso di figlie femmine si utilizzavano botti molto più piccole, donate poi agli sposi come dote per il matrimonio).

L’aceto, prodotto nel sottotetto di casa, veniva tradizionalmente consumato nella cerchia familiare: i Giusti sono stati tra i primi a fare di questo condimento un commercio. Tra l’Ottocento e il Novecento l’Aceto Balsamico Giusti è stato presentato in Esposizioni Universali quali quelle di Parigi e Anversa ricevendo molte medaglie e contribuendo al diffondersi della fama dell’aceto balsamico nel mondo. Nel 1929 diventeranno i fornitori ufficiali della Real Casa Savoia apponendo lo stemma reale sulle loro bottiglie dalla classica forma.

Durante la visita ci spostiamo in un secondo edificio dove si svolge la produzione delle varie linee di prodotto. Oltre all’Aceto Balsamico Tradizionale DOP di cui abbiamo già spiegato la procedura di realizzazione, l’Acetaia Giusti produce anche ottimo Aceto Balsamico di Modena IGP. Le principali differenze tra il DOP e l’IGP, a parte il costo e il sapore, sono che mentre nel DOP vi è un solo ingrediente, ossia il mosto cotto d’uva, nell’IGP il mosto cotto viene mischiato, in varie percentuali all’aceto di vino (sarebbe consentito l’utilizzo anche di una piccola percentuale di caramello, ma l’Acetaia Giusti non lo utilizza). Un’altra differenza è che se il DOP utilizza una batteria di minimo 5 botti consecutive, l’IGP viene prodotto in una singola botte. L’ultima differenza grossa è l’invecchiatura: se per il DOP abbiamo 12 o 25 anni, l’IGP può essere imbottigliato già dopo 60 giorni.

Il sancta sanctorum dell’Acetaia è però la zona dove si trova l’enorme collezione di botti antiche: oltre 600 botti del 1700 e del 1800. Considerato che più antica è la botte e più pregiato è l’aceto prodotto, queste antichissime botti sono tuttora in attività, anche per la produzione della cosiddetta “Riserva”: con invecchiamenti di oltre cento anni.

La splendida visita guidata – totalmente gratuita! – si conclude allo shop con una degustazione di tutti gli aceti della casa (anche la degustazione è gratuita!). Partiamo la degustazione dal mosto cotto (Saba): dolcissimo, è piaciuto anche ai bambini. Proseguiamo con i due DOP, sia il tradizionale che l’extra vecchio: sublimi!

Proviamo quindi tutti gli aceti IGP: “1 Medaglia d’Argento” e “2 Medaglie d’Oro” sono i più giovani e pungenti (sono quelli realizzati nelle botti più grandi); il “3 Medaglie d’Oro” e il “4 Medaglie d’Oro” sono molto dolci per essere degli IGP: il trucco è l’uso di mosti di uva passita. Molto particolare il “5 Medaglie d’Oro“: l’unico aceto balsamico IGP (in quanto mischia mosto e aceto), prodotto però nelle botti del 1700-1800 con la tecnica dei rincalzi e travasi utilizzata nel processo DOP.

Tra le altre chicche assaggiate sono state un ottimo aceto agrodolce bianco (un mix di mosto concentrato di uve bianche e aceto di vino bianco) e gli aceti balsamici aromatizzati al tartufo, al lampone e al fico.

La splendida giornata modenese non poteva concludersi al meglio: la gentilissima guida ci permette un piccolo assaggio dell’aceto Gran Riserva invecchiato cinquanta anni e cento anni: straordinario! Un assaggino graditissimo perché al prezzo di 5.800 € al litro difficilmente ne avremmo comprato una bottiglia!

(Se volete assaggiare tutti gli aceti balsamici di Modena IGP citati nell’articolo, potete ordinare questa bella valigetta contenente una bottiglia di ciascun tipo: https://amzn.to/3i2AHww)

Qui di seguito trovate il video della giornata a corredo di quanto visto e letto finora. Buona visione.