Umberto Sisia presenta il fumetto “Sette Sigilli”

Fra le novità che ci attendono a Lucca Comics & Games 2018 non manca anche un’interessante proposta di genere fantasy: un fantasy, come vedremo, piuttosto fuori dal comune. Si tratta di Sette sigilli, una storia ambientata in un universo arcaico e selvaggio basata su un soggetto di Umberto Sisia, storico collaboratore di ilblogger.it.

La vicenda si svolge in una realtà in qualche modo parallela alla nostra, quando la Terra era ancora unita in un’unica zolla continentale e le civiltà dell’Uomo cominciavano appena a fiorire come stelle su tutto il pianeta. In questo mondo sette eroi subiscono una misteriosa Chiamata… Sette Marchi incidono la loro carne, un destino comune li attende: un pericoloso viaggio con una sola destinazione… La Fortezza. Fra straordinari poteri ed inconcepibili creature, epiche battaglie e confronti drammatici nella prima stagione scopriremo cosa lega i nostri protagonisti e quale oscuro mistero sottende alla loro origine.

Abbiamo rivolto qualche domanda più approfondita a Umberto Sisia, ideatore del progetto, nonché soggettista e sceneggiatore della serie.

Marco Frassinelli: Ciao Umberto. Dato che in questo caso non sei qui in veste di intervistatore ma di “intervistato”, inizia a presentarti a chi ci legge.

Umberto Sisia: Ciao. Mi chiamo Umberto Sisia e accanto all’identità di insegnante di lettere che conduco nella vita di tutti i giorni ne ho una seconda (pure una terza e una quarta, volendo, ma queste ultime lasciamole perdere). Mi occupo, infatti, attivamente di fumetti sia come lettore che come organizzatore di eventi, sia talvolta come recensore, sia come autore (nel mio piccolo). È in questa ultimissima veste che oggi sono qui. Nel corso del tempo ho partecipato, infatti, a diverse serie: dal team up fra Lovecraft e Watson a quello fra Lovecraft e Sherlock Holmes, ai tre volumi di fantascienza dedicati all’Incrociatore Stellare E. Salgari fino alla mia ultima opera, l’heroic fantasy Sette Sigilli, di cui soprattutto mi piacerebbe parlare.

MF: La tua è una formazione letteraria: quali sono state le letture che hanno influenzato il tuo immaginario? In particolar modo qual è stato il tuo approccio al genere fantasy?

US: Una risposta sarebbe estremamente lunga. Sono un lettore onnivoro e spesso mi piace anche uscire dai canoni prestabiliti. Ho una formazione classica per cui ho amato e amo molto i classici greci e latini, ma nel corso del tempo mi sono aggirato nei meandri della letteratura medievale, ho letto molti dei grandi romanzi dell’800 o del ‘900 e sono arrivato ad indagare molto bene le varie branche della letteratura di genere (horror, fantascienza e fantasy). Se dovessi citare qualche autore sicuramente ne dimenticherei alcuni, ma giusto per menzionare diversi nomi che sono stati per me formativi ho spaziato da Omero a Virgilio, da Petronio ad Apuleio, dai grandi lirici greci fino a Goffredo di Monmouth, Thomas Malory o Wolfram Von Eschenbach. Senza tralasciare le epoche più recenti: da Manzoni a Defoe, a Keats, alla Shelley, a Dickens a Bulgakov. Il comparto letteratura fantastica mi porterebbe via troppo spazio, ma almeno i miei prediletti Lovecraft, Hodgson, Howard, Smith, Machen vorrei citarli. Dato che mi chiedevi specificamente del fantasy, però, non dico di aver letto tutto, ma ho quantomeno una buona conoscenza dei maggiori autori sia della heroic fantasy che di quella cosiddetta classica. Mi mancherà qualche tassello, ma credo che – pur nella lunghezza delle saghe – io abbia quantomeno provato i colossi: da Tolkien a Moorcock, dal suddetto Howard a Smith, alla science fantasy di Burroughs, da Fritz Leiber a Brooks, a Gemmell, ai più recenti capolavori di Erikson.

MF: Come è nata l’idea di Sette Sigilli e come è partita la realizzazione vera e propria del fumetto?

US: L’idea è nata giustappunto da considerazioni legate alle mie letture e da una veloce panoramica del fantasy a fumetti. Escludendo poche opere, vedevo intorno a me un fantasy anche di qualità ma nel quale mi riconoscevo poco. Che trovavo inevitabilmente prevedibile e decisamente poco interessante per i miei gusti. Ho voluto così provare – per carità, solo provare – a ideare una realtà e una serie come la avrei voluta leggere io e inevitabilmente sono andato a finire sulla sword & sorcery e su tutte le sue più diverse sfumature, in quanto mi pareva un sottogenere – se eccettuiamo Conan e affini – decisamente meno di moda e meno valorizzato di quanto avrei auspicato. Detto questo, ho buttato giù una bozza di progetto e l’ho sottoposta agli amici della Cagliostro E-Press coi quali avevo già collaborato alle serie che citavo poco prima. L’idea è piaciuta: un fantasy mancava fra le proposte della casa editrice e così siamo partiti, in primo luogo con la delicata fase della creazione dei bozzetti per i quali mi sono avvalso della collaborazione di diversi autori. Con la maggior parte di essi avevo già collaborato, uno era nuovo, ma insomma ci siamo messi all’opera alacremente prima di attivarci per la scrittura materiale delle storie.

MF: Che tipo tipo di fantasy dobbiamo aspettarci da Sette Sigilli?

US: Torno a quanto dicevo prima: avendo scelto la heroic fantasy ho voluto puntare sull’atmosfera di un mondo primordiale e in qualche misura barbarico. Poi ho voluto inserire molta azione e molta avventura. Un pizzico di erotismo soltanto, per adesso limitato a una storia sola. Molto molto weird. Dovrei dire molta magia in teoria, ma è stata una scelta ben precisa per ora evitare il classico heroic fantasy con gli stregoni e le orde di non morti oppure di creature evocate dalla magia. Il nostro è un fantasy che vorrebbe avere un tono nel complesso piuttosto realistico e “verosimile”, nonostante non manchino situazioni fantastiche e poteri straordinari. Spero di essere riuscito in questo intento dell’originalità perché nelle mie intenzioni rappresenterebbe almeno il 50% del mio successo personale nella realizzazione. Ciò non toglie, comunque, che nella storia possano esserci anche numerose scene e contesti situazionali riconoscibili che possono fare venire in mente altre opere. Come sempre, tutto si rifà a un retroterra comune e a volte ci sono citazioni volute ed evidenti. L’importante è che siamo riusciti a rielaborarle in una maniera efficace e funzionale.

MF: Raccontaci un po’ quelli che secondo te sono i punti forti della storia. Ciò per cui un lettore potrebbe essere invogliato a leggere l’opera.

US: Alcuni li ho già detti citando la mia personale idea circa il fantasy e il fumetto fantasy. Diciamo che secondo me un punto di forza è che non troverete draghi, nani, elfi e il Signore del Male. Troverete per lo più storie di uomini e donne alle prese con il mistero soprannaturale in un’età arcaica che si è sviluppata in un tempo parallelo più o meno corrispondente a quello in cui nella nostra realtà c’è stata l’era della Pangea. E troverete una varietà di stili poiché ciascuna delle sette storie avrà una propria caratteristica e una propria cifra interpretativa differente.

MF: In qualsiasi fantasy la creazione del mondo narrativo e dell’ambientazione è essenziale. Raccontaci in che cosa è consistita questa fase.

US: Lo accennavo prima: il design di personaggi e ambienti è stata una faticaccia e ci ha portato via molto tempo. Vorrei citare chi mi ha aiutato a livello grafico: dapprima ho reclutato Alberto Duca, Pietro Mureddu e David Biasini. Grazie ad essi abbiamo iniziato a ideare le caratteristiche grafiche delle diverse città / villaggi e le fattezze dei nostri protagonisti. Più avanti si è aggiunto Giovanni Dino Lupi per un secondo ordine di studi. Nel complesso, alla fine, grazie alla loro immaginazione visiva che ha interpretato le mie istruzioni siamo riusciti ad avere un bel blocco di immagini che sono state fondamentali per la realizzazione ulteriore. Finalmente potevamo partire!

MF: Tu sei il creatore dell’universo narrativo ed il soggettista della serie: come e perché hai proceduto ad affidare la tua creatura a un team di sceneggiatori diversi?

US: Andiamo con ordine. In primis avevo alcuni amici sceneggiatori che erano pronti a collaborare con me. C’era comunque l’esigenza di fare un bando di reclutamento per trovare sia gli altri sceneggiatori necessari che i disegnatori. Accadde che la dotazione di buone prove pervenute fu davvero notevole cosicché mi ritrovai con una squadra di sceneggiatori per me del tutto nuova, ma che pensavo sicuramente all’altezza di quello che sarebbe dovuto succedere. Dei “vecchi” ho tenuto solo Stefano Bzi, che mi ha dato una mano nella revisione dell’opera, e Alessio Sgarlato che – in quanto senior e fidato – mi poteva essere utile per affiancarmi in una sezione molto delicata della storia. Questo è il come e il perché: da sempre la politica della Cagliostro è fare esordire nuovi autori e anche questa volta non ho voluto essere da meno circa le scelte di affidamento degli episodi a numerosi autori diversi da me. Del resto, una volta selezionati e vista la loro qualità, non ero forse il supervisore e il creatore del progetto? In caso di problemi avevo pur sempre l’assoluto controllo della storia e mi sentivo benissimo in grado di correggere il tiro.

MF: In quanto curatore, oltre che soggettista, qual è stato il tuo rapporto con i disegnatori? Quali difficoltà hanno incontrato a tradurre in immagini l’immaginario tuo e degli sceneggiatori?

US: Complessivamente la nostra interazione è stata molto buona. Reclutare i disegnatori è stato un po’ più difficile rispetto agli sceneggiatori. Quelli che a partire dalle prove mi soddisfacevano non erano poi tantissimi, anche se avevo un po’ di senior a disposizione. Abbiamo dovuto fare un po’ di ricerca ulteriore, quindi, per trovare quelli che mancavano. Ma alla fine il team si è completato. Devo dire che la maggior parte di essi ha lavorato in maniera ottima ed estremamente professionale e pertanto gli autori hanno interpretato complessivamente in modo molto valido i modelli di riferimento. Ho dovuto intervenire e correggere davvero poco nel complesso. Diverso il fatto che a un certo punto abbiamo dovuto correre per finire tutto a causa di alcuni ritardi del tutto imprevisti, ma quello è un altro paio di maniche. E fortunatamente ce l’abbiamo fatta in tempo.

MF: Qual è il personaggio del fumetto che preferisci o con il quale ti identifichi di più?

US: Domanda difficile perché come capirai sono affezionato più o meno a tutti in pari misura. Ne dirò solo due perciò: R’isanaq, un personaggio alieno che è stato perciò per me molto affascinante da ideare e sviluppare con gli autori del rispettivo episodio proprio per la sua alienità. L’altro è Kghor: un barbaro possente e nerboruto, apparentemente un personaggio secondario che tuttavia è molto importante nelle mie intenzioni per un motivo che non voglio e non posso ancora rivelare…

MF: Vale la pena effettuare una riflessione sulle componenti narrative del prologo, degli interludi e dell’epilogo. Quale funzione hanno all’interno della storia?

US: Grazie della domanda. Sono assolutamente indispensabili. In questa prima storia sostanzialmente i personaggi subiscono una misteriosa chiamata che li spinge a partire alla ricerca del proprio destino e che attiva alcuni loro arcani poteri connessi con la cicatrice-sigillo che recano indosso. Le loro sarebbero storie tutto sommato piuttosto indipendenti l’una rispetto all’altra, pertanto, nonostante alcuni personaggi che appaiono in più di un episodio. Le componenti narrative che hai citato cuciono insieme tutto: un misterioso personaggio sta dietro la Chiamata. Ha intessuto i propri piani. Ha una volontà imperscrutabile. Apre e chiude la vicenda. Senza prologo, interludi ed epilogo la storia praticamente non avrebbe senso compiuto. Non a caso mi sono riservato di sceneggiare io stesso apertura e chiusura e ho dato gli interludi in mano al fido Alessio, che citavo prima.

MF: Delle copertine cosa si puoi dire?

US: David Biasini è un pittore straordinario. Non solo è autore del design di più della metà dei personaggi, ma ha una forza coloristica spettacolare e farà moltissima strada. Ne sono arciconvinto. Per motivi tecnici purtroppo le cover intermedie compaiono nel volume stampate in b/n, ma mi sono premurato di diffondere online la versione a colori poiché sarebbe un delitto non vederle nella versione originale e definitiva. Senza contare che non appena riusciremo a preparare i pdf della versione scaricabile degli episodi tutti avranno modo di vederle nel pieno della loro bellezza. In sostanza, comunque, ciascuna cover ci presenta uno dei personaggi nel pieno della propria avventura, mentre la cover del volume ce li presenta tutti insieme. Su mio suggerimento David ha reinterpretato in qualche modo alla sua maniera una cover famosa di una certa serie supereroistica. Un no-prize a chi la dovesse scoprire. 😀

MF: Sette Sigilli sarà presentato in occasione di Lucca Comics & Games 2018: dacci alcune informazioni più precise e dettagliate in merito.

US: Sette Sigilli sarà reperibile nei giorni della manifestazione presso Casa Cagliostro – Casa Ailus, in Via del Gallo 11, situata a pochi passi da Piazza Bernardini. Si tratta di un ampio spazio indipendente ove sarà anche possibile trovare le altre produzioni della Casa, fra cui il terzo volume (quello conclusivo) dell’Incrociatore Salgari, al quale ho collaborato in qualità di supervisore dei testi e sceneggiatore. Ma saranno presenti anche tante altre opere interessanti: non solo i fumetti Cagliostro, ma la narrativa di Ailus Edizioni e i fumetti di altri editori indipendenti ivi ospitati. Senza contare tutta una serie di eventi esclusivi quali presentazioni, incontri, conferenze, feste a tema. Per ogni informazione visitate pure la pagina facebook: https://www.facebook.com/CagliostroEPress/

MF: Ultima, ma sicuramente decisiva: quali saranno le modalità per mezzo delle quali reperire poi il fumetto e con quali tempistiche usciranno poi i numeri successivi?

US: In primo luogo ordinandolo online presso il sito Cagliostro o mandando un messaggio a tale scopo alla pagina Facebook. Prossimamente, inoltre, tenete d’occhio i cataloghi e le fumetterie perché entrerà in distribuzione. Senza contare che potrete trovarlo presso almeno alcune delle maggiori fiere ove Cagliostro potrà presenziare con un proprio stand e in presentazioni che saranno organizzate presso varie fumetterie. Per tutto ciò tenete sempre d’occhio le rispettive pagine internet. Circa i prossimi numeri, per il momento è prevista la realizzazione della seconda stagione che vedrà la luce sempre in occasione di Lucca l’anno prossimo.

MF: Grazie Umberto e in bocca al lupo per Lucca!

US: Grazie mille a te! A presto!

Published By: Marco Frassinelli

Nella vita di tutti i giorni si occupa di telecomunicazioni e efficienza energetica, co-fondatore di Restart (grupporestart.it). Contemporaneamente, da anni si occupa per passione di cultura nerd e popolare come blogger e organizzatore di eventi. Ha collaborato all'organizzazione di decine di manifestazioni: Albissola Comics, Asylum Fantastic Fest, Video Festival Città di Imperia, Festival di Folklore e Cultura Horror AutunnoNero, Mostriamo il Cinema, Albenga Dreams, Fiera del Libro di Imperia... È direttore di Proxima no-profit, vice presidente del Cineforum Imperia e membro del consiglio direttivo di Ludo Ergo Sum - Tana dei Goblin Imperia e Comics & Art. Ha lavorato come blogger per Blogosfere (PianetaFumetto) e ha pubblicato su diverse riviste (L'Eco della Riviera, Tenebre", Fumo di China, Dylandogofili). Ha curato per Proxima l'editing dei libri "Sina. Je m'en fiche!" e "Io alla finestra della vita" ed è co-autore dei libri "Gibba e 'Lele' Luzzati" sul cinema d'animazione e "Sei nel West, Amigo!" sul cinema spaghetti western. È autore di articoli pubblicati su "Novissimo Zibaldino del Festival” (Mellophonium) e "L'arte del doppiaggio” (Felici Editori) e di fotografie pubblicate sul fotolibro “Gallieno Ferri – Photobook” (Forum ZTN). Ama viaggiare (è coordinatore Avventure nel mondo) e creare fotolibri dei suoi viaggi. Nel 2013 crea il sito ilblogger.it dove scrive principalmente di cinema e fumetti.

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