Il primo Festival del Fumetto Cristiano di Nizza: un breve resoconto

Festival del fumetto cristiano
Festival del fumetto cristiano

La vicinanza con la Francia per noi che viviamo nella provincia di Imperia oltre a riservare diversi contrattempi presenta fortunatamente anche alcuni vantaggi. Sicuramente uno di essi in ambito fumettistico è quello di poter partecipare con una certa facilità alle fiere fumettistiche, e nello specifico a quelle con base nell’area delle Alpes Maritimes.

Si è, così, appena svolta nel recente fine settimana del 31 maggio e del 1 giugno la prima edizione di una nuova manifestazione francese in quel di Nizza, alla quale chi scrive ha avuto modo di fare un giro nella giornata di sabato. Poche novità da riferire circa l’organizzazione e la logistica del festival. Si è trattato della solita efficiente organizzazione alla francese: i tavoli erano situati all’aperto sotto comodi gazebo, l’atmosfera era piacevole e graziata da un tempo complessivamente clemente, l’ambientazione era intima e raccolta (con il notevole vantaggio, nonostante le numerose persone interessate, di non essere sommersi da resse oceaniche) e il visitatore ha avuto modo di procurarsi gli albi con le opere dei numerosi autori presenti presso il fornito banco vendita gestito dalla fumetteria BD Fugue di Nizza per poi appressarsi ai tavoli delle dediche.

Ivi erano presenti come ospiti numerosi nomi importanti, fra i quali spiccavano soprattutto gli italianissimi Fabio Bono, con le sue trilogie dedicate ai Templari e ai Catari, Andrea Mutti, con Campus Stellae, la sua serie medievale sul cammino di Compostela, Break Point, Nero, Les brumes hurlantes, e Alessio Lapo (Les Seigneurs de Cornwall, Agence Interpol, Codex Sinaiticus) insieme alla moglie, la sceneggiatrice Simona Mogavino (Aliénor, la legénde noire).

Non mancavano comunque numerosi autori transalpini di rilievo, fra i quali sarà bene ricordare almeno lo sceneggiatore Frank Giroud (Pieter Hoorn, Mandrill, Les Oubliés d’Annam, Azrayen, Quintett, Secret, Louis Ferchot, Page Noire), Christelle Pecout (Hypathie), Michel Espinosa (Oukase, Histoire de la Provence), il giovane nizzardo Hugo Bogo (Le curé du diable).

Notevolmente ricco e vario anche il carnet delle conferenze previste nel corso delle due giornate, per quanto forse – per quello che ho potuto vedere io – non stracolme di spettatori.
“Tutto nella norma e nulla di strano!”, dirà il lettore che se ne intende, avendo magari già sperimentato lo stile con il quale si svolgono le fiere francesi, o quantomeno la maggior parte di esse, in ispecie quelle medio piccole. Purtuttavia qualcosa di molto particolare il festival in oggetto lo aveva, come si sarà già capito dal titolo dell’articolo.
Si è trattato cioè del primo Festival del Fumetto Cristiano (Festival chrétien de Bande Dessinée) a Nizza, intendendo con questo aggettivo non solo delle bandes dessinées di argomento religioso, ma anche semplicemente fumetti in qualche modo legati nella loro ambientazione o nella loro narrazione o circa il periodo storico trattato al Cristianesimo, come si può desumere già dai titoli precedentemente citati.

Patrocinato dalla Diocesi di Nizza, l’evento non ha colpito solo per il tema della manifestazione, però, ma anche per il fatto che la sessione di vendite e dediche si svolgeva sul sagrato della chiesa di Saint Jean-Baptiste – Le Voeu e nella piazzetta antistante, apparentemente isolata ma (letteralmente) a due minuti dal Teatro Nazionale di Nizza, mentre le conferenze e la mostra di vignette – anch’esse a tema cristiano (e a volte anche caratterizzate da una certa consistente dose di ironia e verve critica che si sarebbe potuta supporre assente in un tale contesto) – si sono svolte nientepopodimeno che all’interno della chiesa stessa.
Conferenze, peraltro, i cui titoli erano tutto un programma, come ad esempio BD et Monde Chrétien entre complicité et prise de distance (Fumetto e mondo cristiano tra complicità e prese di distanza) e La BD, un moyen d’évangélisation? (Fumetto, un mezzo di evangelizzazione?) oppure Les traces de Dieu dans notre monde (Tracce di Dio nel nostro mondo).

Che dire quindi?

Per quanto il sottoscritto sia caratterizzato nel complesso da un certo nazionalismo relativamente al fumetto italiano e da un notevole amore soprattutto per gli USA, l’Argentina, la Spagna, va dato atto ai francesi che il loro retroterra culturale in ambito fumettistico è sicuramente senza paragoni, poiché un evento di questo tipo in Italia sarebbe stato assolutamente impensabile allo stato attuale delle cose, e dubito che sarà possibile immaginarne di simili ancora nel prossimo futuro.

Tanto più che in Italia parlare di fumetto e Cristianesimo – se si esula dallo storico Il Giornalino – allo stato attuale delle cose evoca di solito essenzialmente contesti di anticlericalismo di bassa lega o di vignettismo ateo, peraltro scarsamente divertente.

Va quindi dato atto e onore al merito: sia all’intelligenza dell’organizzazione nell’ideare un accostamento interessante e senza dubbio fecondo come questo fra il mondo cattolico e il mezzo comunicativo fumetto, sia all’apertura culturale e mentale della Chiesa francese e della Diocesi che hanno raccolto l’assist, considerando la BD – ma nelle terre galliche non è una novità – un mezzo espressivo valido e importante, capace di possedere non solo un significativo risvolto culturale, ma anche di essere veicolo di fertile dibattito sulle idee e sui fenomeni storici.
E a tale proposito l’immagine che più mi porterò dietro da questo primo Festival del Fumetto Cristiano, al quale mi auguro ne seguiranno nel tempo molti altri, riguarda appunto quanto è stato appena detto.

Mai e poi mai in Italia credo che sarebbe stato possibile vedere un sacerdote della chiesa nell’esercizio delle proprie funzioni – per quanto comunque si trattasse in questo caso di un prete giovane – accostarsi entusiasta in rigorosissimo clergyman come un qualsiasi altro lettore ed appassionato al banco delle dediche per farsi firmare un fumetto dagli autori.

Come dire? Per certe cose la Francia è ancora un altro mondo.

Published By: Umberto Sisia

Umberto Sisia (nato nel dicembre 1975) è laureato in lettere classiche presso l’Università degli Studi di Genova. Fra un insegnamento e l’altro in numerosi istituti della provincia di Imperia è costantemente impegnato in onnivore esplorazioni di mondi letterari e fantastici. È appassionato e studioso dei racconti di Lovecraft e molti dei suoi saggi su questo autore sono stati accolti dalle pagine di Studi Lovecraftiani. In particolar modo è autore unico di un’analisi critica dal titolo "Agenti del Caos – Tre racconti di Lovecraft fra innovazione e tradizione", uscito sempre presso la Dagon Press e pubblicato da ilmiolibro.it. È ideatore e curatore del progetto "Lovecraft Black & White", l'artbook di illustrazioni inedite realizzate da disegnatori e illustratori italiani e dedicato all'universo dell'autore statunitense. È appassionato ed esperto in ambito fumettistico e proprio sul fumetto e sulla letteratura di genere ha pubblicato vari interventi critici su Weirdletter.it e su pianetafumetto.blogspot.it. È stato uno degli organizzatori dell'evento di fumetti Liguria in Wonderland ed è nello staff organizzativo di Albissola Comics.

5 thoughts on “Il primo Festival del Fumetto Cristiano di Nizza: un breve resoconto

  1. Fabio Bono says:

    Ciao Umberto! Ottimo reportage che mi vede d’accordo al 100%! Dopo Nizza ho partecipato al Festival de La Seyne sur Mer (accanto a Tolone), la settimana successiva (quella appena terminata), evento più grande del Festival a Nizza e che vedeva autori provenienti anche dal Belgio, oltre che dall’Italia (in questo casa rappresentata da me e da Davide Fabbri, disegnatore di Star Wars).
    Sempre a Nizza, la settimana successiva al Festival Cristiano, si è tenuto il consueto Salone del Libro, con annessa (e numerosa) presenza di autori del Fumetto.
    In Francia è proprio un altro Mondo e noi fumettisti ci sentiamo Autori (e regolari Lavoratori) al 101%…peccato di non poter dimostrare il nostro valore anche in Patria…

    Unica (un pò grave per un esperto come te…) pecca al tuo articolo riguarda Simona Mogavino, NON COLORISTA, ma SCENEGGIATRICE di “Alienor”, che ha avuto anche il merito di aver introdotto il grande argentino Carlos Gomez (“Dago”) nel Mondo della BD francese.
    …Ti consiglio di correggere altrimenti Simona ti mangia! 😉

    Grazie per la visita al Festival, fa sempre piacere conoscere degli appassionati di fumetto italiani!

    Fabio

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    1. Umberto Sisia says:

      Hai ragioneeee :)))
      Mi son lasciato fuorviare dalla bella colorazione in quel di Nizza 😛

      PS Hai ragione su tutto, però sempre per difendere un po’ la patria…..ci sono anche dei posti dove gli autori sono ancora considerati autori e tenuti in palmo di mano, dai 🙂
      E c’è comunque un certo zoccolo duro di fandom che non vi molla 🙂

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      1. Simona says:

        Ciao Umberto,

        grazie mille per la citazione…non è assolutamente un problema…colorista, sceneggiatrice…l’ importante è far parte di questo universo!
        Inoltre quando si passano delle giornate con colleghi italiani AMICI come il grande Fabio Bono, tutto diventa ancora più fantastico.
        E’ stato un vero piacere incontrarvi…alla prossima!!!

        Un abbraccio

        Simona

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