Sing: la recensione

A pochi mesi di distanza da Pets – Vita da animali, era arrivato nelle sale un nuovo film d’animazione con protagonisti gli animali targato Illumination Entertainment: Sing. In occasione dell’uscita del dvd, eccone la recensione.

Sinossi

Buster Moon è un koala impresario teatrale ormai sull’orlo del fallimento. Nonostante si impegni e metta passione in tutte le sue produzioni, nessuno dei suoi spettacoli è mai stato un vero successo e ora, pieno di debiti, rischia di vedersi pignorare dalla banca il suo amato teatro. Prova così a giocarsi un’ultima carta: un talent show musicale con ambito premio finale. Tra i tanti partecipanti, il film si concentrerà sulle vicende di Rosita, una maialina che da anni non ha più potuto coltivare la passione per il canto per badare a ben 25 figli, Mike, un topolino arrogante e disonesto, ma con un’ottima preparazione musicale, Johnny, un giovane gorilla costretto a cantare di nascosto in quanto il padre, rapinatore e malavitoso, vorrebbe che seguisse le sue orme nella strada della criminalità, Ash, una istrice rockettara con un fidanzato pieno di sé, e Meena, un’elefantessa tanto timida quanto dotata di una splendida voce.

Commento

Dopo il boom dei reality dei primi anni 2000, negli anni ’10 a spopolare in Italia sono i talent show. Che siano basati sul canto (The Voice, X-Factor) o che siano multidisciplinari (Italia’s Got Talent), ogni rete punta sul loro audience assicurato e sulla possibilità di tirarne fuori volti nuovi. Si capisce perciò perché Buster provi, in extrema ratio, ad utilizzare questo format televisivo per risollevare le sorti del suo teatro. È, però, bizzarro riflettere che probabilmente il successo di questi programmi televisivi sta, in qualche modo, contribuendo alla chiusura di teatri, cinema e locali di musica dal vivo.

Come ci si potrebbe aspettare, il film è ha un tono buonista alla “vissero felici e contenti” e tutte le sotto-trame percorrono le strade che ci si immagina all’inizio. In compenso, tutti i personaggi sono efficaci e divertenti e alla fine del film ci piacerebbe sapere di più sulla loro carriera futura (non mi stupirebbe affatto l’uscita a breve di un Sing 2, anzi, in questo caso ci starebbe proprio).

Sicuramente di primo acchito, l’effetto déjà vu rispetto a Zootropolis, fresco vincitore del Golden Globe come miglior film d’animazione, c’è. Per ridurre questa sensazione gli artisti della Illumination sono stati molto attenti ad evitare di utilizzare gli stessi animali: se in Zootropolis i protagonisti erano conigli, volpi, bufali, pecore, ghepardi e leoni, in Sing troviamo koala, gorilla, elefanti, maiali, topi, montoni e iguana.

A livello di animazione, ci troviamo di fronte ad un buon prodotto. Seppur lontano anni luce dalla Disney (che da alcuni anni è tornata ad essere la “best in class”) del già citato Zootropolis o del recente Oceania, Sing può comunque giocarsela con i prodotti di altre case di produzione: la povertà degli ambienti e il minor dettaglio (il budget è stato circa la metà rispetto a un prodotto Disney), sono nascosti da uno uno stile più “cartoonesco” e colori più saturi e accesi.

Per quanto riguarda la regia, dietro la macchina da presa (per così dire), troviamo Garth Jennings, regista visto al cinema solo un paio di volte, ben dieci anni fa, con il bellissimo Guida galattica per autostoppisti e il curioso Son of Rambow (inedito in Italia). Probabilmente, dato il tipo di film, è stato scelto per la sua esperienza come regista di videoclip (ha diretto video per R.E.M., Blur, Radiohead…).

Per quanto riguarda la recitazione, è apprezzabile il doppiaggio italiano, soprattutto per la scelta di affidarlo a doppiatori professionisti e non, come purtroppo capita spesso, a personaggi televisivi “prestati” al cinema. Quindi troviamo i bravi Francesco Prando, Federica De Bortoli, David Chevalier, Domitilla D’Amico mentre in passato, in altri film proprio della Illumination, in passato, ci si era affidati a personaggi come Max Giusti (Cattivissimo me), Luciana Littizzetto, Fabio Fazio e Selvaggia Lucarelli (Minions), Alessandro Cattelan e Laura Chiatti (Pets – Vita da animali).

Certo, però, che potendo scegliere, l’ideale sarebbe vedersi il film in lingua originale con le voci di Matthew McConaughey (Buster Moon), Reese Witherspoon (Rosita), Seth MacFarlane (Mike), Tori Kelly (Meena), John C. Reilly (Eddie), Taron Egerton (Johnny), Scarlett Johansson (Ash) e lo stesso regista Garth Jennings nella parte di… Miss Karen Crawly, l’anziana segretaria di Moon.

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